mia nonna andava a nole in treno e poi alla serra qualche volta a piedi sulla mulattiera e qualche volta sulla canna della bicicletta di ettore che era uno che lavorava all'arsenale (all'arsenale in questura e in un sacco di altri posti nevralgici era pieno di antifascisti)che aveva fatto nascondere mio nonno e la famiglia sotto il falso nome di filippone. questo ettore qualche volta andava anche lui perché era innamorato o qualcosa del genere della sorella di mio nonno, tina. però la sorella di mio nonno non lo ricambiava perché non era ebreo e non era neanche pensabile che lei stesse con un goy. comunque a tina non aveva solo ettore come spasimante. ma era con questo ettore che mia nonna andava in bici un po' sulla canna un po' con la bici a mano sulla mulattiera fino al posto sulla serra dove stava nascosto (per modo di dire) mio nonno coltivando peperoni e patate che concimava a letame. dice mia nonna che tutto lungo la strada c'erano posti di blocco un po' fascisti e un po' tedeschi ma lei li passava.
tornanado al mio bisnonno, lui lavorava all'atm (azienda tranviaria municipale) ed era comunista ma questo si è poi saputo dopo. quando l'hanno arrestato. all'atm dice mia nonna non riuscivano mai ad arrestare nessuno perché avevano una porta da cui facevano scappare tutti quando arrivava i fascisti ad arrestare anche se la maggior parte (degli antifascisti) non erano comunisti. erano democristiani. mio nonno però l'hanno arrestato.
nel quarantadue si davano appuntamento nel bar (che esiste ancora) all'angolo tra corso belgio e corso regina margherita per giocare a carte perché la sala dove si giocava a carte non era dove si beveva il caffè, era dietro. mio bisnonno amava giocare a carte e fumare (e a quanto mi ha detto mia madre anche andare a vedere spettacoli di varietà con donne mezzo svestite, ma questo dopo. allora giocava a carte e basta). in realtà giocare a carte era un modo per parlare senza che nessuno rompesse i coglioni, perché era vietato alle persone riunirsi in gruppi maggiori di due persone. se più di due persone si riunivano in un gruppo, quello era un reato. allora mio nonno giocava a carte. giocare a carte era tollerato.
mentre giocava a carte mio nonno organizzava un bel po' di cose comuniste. il problema era però che tra i giocatori di carte c'era una spia e siccome mio bisnonno doveva incontrarsi con un tizio all'angolo tra corso san maurizio e i giardini reali con una mezza lira in tasca e riconoscere il tizio tramite l'altra mezza lira della sua mezza lira, e siccome la spia lo sapeva, mio nonno è stato arrestato. però non c'erano prove. tranne la mezza lira. mio bisnonno ha detto che non sapeva come gli fosse capitata quella mezza lira in tasca che forse gli era rimasta in tasca per sbaglio. facendo il bigliettaio sul tram magari se l'era messa in tasca senza volere. ma non ha spiegato come mai il caso volesse che anche l'altro, il tizio, avesse in tasca proprio la mezza lira che coincideva con la sua.
così si è fatto i famosi tre mesi che sono finiti col pollo di natale.
poi mio bisnonno è stato arrestato un altro paio di volte perché ormai si sapeva che era comunista. una volta prima dello sciopero generale, che però si è fatto lo stesso, e una volta dopo non si sa perché. ormai andavano a colpo sicuro senza neanche cercare giustificazioni. per prudenza andavano a prenderlo e lo mettevano dentro. ma lui non si abbatteva più di tanto. era una persona molto dignitosa. tutti lo rispettavano.
mia bisnonna intanto lavorava anche lei per mantenere i loro tre figli in una fabbrica di cerniere lampo. neanche lei aveva la tessera del partito ma a lei non dicevano niente perché non era un posto di lavoro che aveva a che fare con lo stato. mia nonna dice che né a lei né a nessuno delle sue sorelle e fratelli hanno mai fatto problemi a scuola perchè non avevano la divisa. né gli insegnanti né i genitori degli insegnanti si sono mai permessi di chiedere perché. mio nonno era andato in segreteria e aveva detto che a lui i soldi bastavano a malapena per mantenere i figli e non poteva certo permettersi di spenderli in tessere e divise.
mio bisnonno era un uomo tutto d'un pezzo. da piccolo aveva anche lavorato in miniera, forse questo l'aveva reso molto forte. però per certe cose non era forte. una decina o forse meno di anni fa si è venuto a sapere che aveva una relazione con la sorella di mia bisnonna. M. questa cosa M l'ha detta a sua figlia B. solo dopo che mia bisnonna era morta. per tutto il tempo precedente se n'è stata zitta.
mio bisnonno comunista moralista aveva fatto una figlia con la sorella di sua moglie e aveva segretamente vissuto una storia d'amore con lei fino alla morte.
quando è morto qualcuno ha portato sempre rose sulla sua tomba. era la sorella di mia bisnonna che le portava (a quanto si dice). comunque una cosa mia nonna l'ha sempre detta, anche prima di scoprire questo aspetto che lei, al contrario di me, giudica peccaminoso e inammissibile, la cosa che mia nonna ha sempre detto è che suo padre ha sempre trattato e cresciuto sua cugina (sorella) B figlia di ignoto, come una figlia. l'andava a prendere a scuola, le faceva da mangiare e l'accudiva. abitavano su piani diversi della stessa casa in piazza santa giulia e la cosa era considerata normale. che lo zio aiutasse la cognata.
infatti lo era. Mio bisnonno non ha mai detto a mia bisnonna che amava sua sorella. la sorella di mia bisnonna non ha mai detto a mia bisnonna che amava suo marito. Nè ha mai detto a sua figlia che suo zio era suo padre. né altro. la cosa è andata avanti per una cinquantina d'anni così.
a mio bisnonno piacevano moltissimo i bambini.
ho chiesto a mia nonna se parlassero mai di politica in casa. mi ha detto di no. le ho chiesto se non le pesasse che suo padre non avesse la tessera fascista. mi ha detto di no. le ho chiesto se non avesse mai desiderato che suo padre fosse fascista. mi ha detto no.
era normale essere antifascisti.
anche se pesava.
era una cosa che si respirava nell'aria.
non si prendeva neanche in considerazione.
perché? ho chiesto a mia nonna
perché ammazzavano la gente. erano persone visibilmente cattive. ha risposto.