Prendendo spunto dalla suggestione di papa Francesco, questa monografia analizza i molteplici teatri di conflitto attuali e potenziali oggi presenti nel pianeta. Lo fa partendo da questioni geograficamente trasversali, per poi presentare una carrellata di “sguardi incrociati” tra i principali protagonisti dei suddetti conflitti.La prima parte – Economia globale=Guerra globale? – si sofferma sulle dinamiche economiche, monetarie, finanziarie e commerciali in grado di alimentare conflitti tra le grandi economie o di esacerbare gli scontri esistenti.La seconda parte – Focolai nuovi e antichi – si concentra sulle aree (Europa orientale, Libia) e sulle questioni (come il nucleare) oggetto di tensione e possibile scontro.La terza e ultima parte – Il puzzle delle cinque potenze – offre infine una prospettiva incrociata su Stati Uniti, Cina, Germania, Turchia e Russia.In appendice, La storia in carte di Edoardo Boria.
Limes è una rivista italiana di geopolitica, pubblicata dal gruppo editoriale L’Espresso e diretta dall’ottimo Lucio Caracciolo.
Nato nel 1993, dopo la fine della Guerra Fredda, Limes si è proposto fin da subito come un osservatorio cartaceo sugli sviluppi della società e della geopolitica mondiale.
Gli articoli della rivista sono firmati da penne prestigiose: storici, politici, giuristi, militari, antropologi, diplomatici e chi più ne ha più ne metta.
Limes è – a mio parere – la miglior rivista italiana del settore, con una proposta mensile (in formato cartaceo o digitale, anche su Amazon) che assomiglia più a una collana di saggi che non a una classica proposta di magazine.
I numeri di Limes sono dei veri e propri libri, ricchi tra l’altro di carte storiche e geopolitiche, di statistiche e di notizie che non troverete sui media tradizionali.
Anche il sito ufficiale della rivista è ricco di materiale.
L’albo di cui vi ho riportato la sinossi a inizio post è quello di marzo 2016. Si tratta di una lucidissima e dettagliata analisi sui motivi che spingono, giorno dopo giorno, il nostro mondo a una terza guerra mondiale non convenzionale (quelli bravi parlano di conflitto “asimmetrico”).
Limes esamina i principali “attori” dell’attuale crisi, di cui il terrorismo è solo un aspetto tra i tanti, cercando di rimanere quanto più possibile equidistante dall’esprimere un giudizio politico in merito.
In realtà, mentre scrivevo questo articolo, ho anche acquistato il nuovo numero della rivista, quello di aprile, che esamina le cause del jihadismo europeo e quelle di una progressiva disgregazione del Vecchio Continente.
Per dire:
La prima parte – Cause e conseguenze di Bruxelles – si sofferma sulle disfunzionalità dello Stato belga e sulle implicazioni in termini di sicurezza per l’Unione Europea. Si segnalano qui, tra gli altri, i contributi di Dario Fabbri (“Bruxelles a un passo dal baratro“), Roberto Dagnino (“Briciole di Belgio“), Teun Van Dongen (“L’Olanda non è il Belgio, ma gli assomiglia troppo“) e Oliver Roy (“I nostri errori nell’autoinflitta guerra al terrorismo“).
La seconda parte – La disgregazione europea – getta luce sulle linee di faglia che attraversano l’Europa e che, aggravate anche dalle pressioni esterne, esasperano i difetti strutturali del processo d’integrazione, minacciandone la tenuta. Segnaliamo qui, in particolare, gli articoli di Daniele Santoro (“Ad Ankara piace l’Europa à la carte“), Fabrizio Maronta (“Migranti, minor risultato col massimo sforzo“), Nadan Petrovic (“Niente di buono sul fronte orientale“) e Ulrike Guérot (“Merkel contro Merkel“).
La terza e ultima parte – L’Italia senza Europa – prende in esame gli effetti sul nostro paese del processo disgregante in atto a livello comunitario. Da segnalare i saggi di Alessandro Aresu (“Fenomenologia del renzocentrismo“), Heribert Dieter (“La Germania dice ‘Europa’, ma ne pensa tante“) e Germano Dottori (“Soli e male armati“).
Tantissima roba. Una miniera di spunti per informarsi, acculturarsi e documentarsi.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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