I BLUE-JEANS DI GESÚ
di Vanni Cuoghi e Patrizia Santachiara
Genova è una città che è conosciuta dai più esclusivamente per l'acquario.
Chi pratica un turismo “mordi e fuggi” la giudica una città difficile la cui visita richiede un'organizzazione preventiva assai dettagliata. L'aspetto del centro storico, inoltre, non la fa apparire una città accogliente; infatti, qualche tempo fa, qualcuno fece tinteggiare le facciate delle vie più frequentate e proibì di stendere i panni ad asciugare al vento... ma il decoro della storia non coincide con l'estetica dei centri commerciali.
“...Genova, dicevo, è un' idea come un' altra...”
Il consiglio è di arrivare in treno, in un giorno feriale, scendendo alla stazione di Porta Principe e di prendere la metropolitana (la linea è unica) fino a piazza Caricamento.
Eccovi ai piedi del più grande centro storico d' Europa !
Lasciatevi alle spalle il Porto Antico e iniziate la visita percorrendo a piedi via San Lorenzo non senza aver dato un occhiata a Palazzo S. Giorgio, sede dell'antica repubblica marinara. Arrivate fino in piazza Matteotti e incontrerete, nell'ordine: il Duomo di San Lorenzo, il Palazzo Ducale e la chiesa Del Gesù. Noi ,però vogliamo parlarvi del Museo Diocesano che si trova dietro il Duomo e che conserva i Blue-jeans di ...Gesù.
Il museo è ospitato nel chiostro medioevale della Cattedrale in via Tommaso Reggio 20 (orario da lunedi a sabato dalle 9.00 alle 12.00 – 15.00 alle 18.00 biglietto euro 6 www.diocesi.genova.it ) e ospita, tra l'altro, opere di Luca Cambiaso (una crocefissione di notevole fattura), Barnaba da Modena e Perin Del Vaga.
I Blue-jeans di Gesù sono quattordici teli che raffigurano storie della Passione di Cristo dipinti su stoffa di jeans !!! La cosa più stupefacente è che il primo gruppo di opere, composto da sette teli, è databile attorno al primo trentennio del ' 500 ed è ispirato alle incisioni di Durer, raffiguranti la Grande e la Piccola Passione.
Facciamo un passo indietro: la tela di jeans è nata a Genova e si chiama così perchè il fustagno, tinto di blu, era “le bleu de Gênes” in francese … ovvero il blue jeans .
La stoffa era quella utilizzata dai marinai e dagli scaricatori del porto ed era rinomata per la praticità e la resistenza.
Le tele conservate nel museo provengono dall'Abbazia del Boschetto e fanno parte di un corpus unico, che costituiva l'apparato effimero utilizzato durante la Settimana Santa per rivestire le pareti di una cappella o ricostruire, idealmente, Il Santo Sepolcro . Fantastica la tela raffigurante Cristo nell'Orto degli Ulivi e il bacio di Giuda.
L'allestimento è estremamente suggestivo: si entra all'interno delle due sale buie, dove sono esposte le opere e la luce si accende grazie ad una fotocellula (il risparmio è importante, non dimentichiamoci che siamo a Genova!).
Con lo stesso biglietto potrete inoltre visitare anche il Tesoro della Cattedrale .
Appena usciti tornate in Piazza San Lorenzo e fatevi indicare via Canneto il Curto (è a pochi passi);
lì al 34 rosso , c'è un altro importante “ monumento” ed è Serafina . Potete trovare in questo luogo di delizia tutti i sott'olii immaginabili: funghi, melanzane, pomodori, carciofini, giardiniera, olive d'ogni tipo ecc... Non andateci a digiuno o nell'ora dei pasti, perchè la tentazione vi porterà ad ordinare più del necessario. Altra icona dell'antica Genova è la storica drogheria Torielli in Via S. Bernardo al numero 32 . Qui, in bella vista e consrvati in barattoli di vetro potrete trovare tutti i tipi di pepe e di tè, cioccolato aromatizzato alla rosa, tisane, infinite spezie, i fantastici tacchetti (cilindretti di liquirizia aromatizzati alla violetta) e petali di viola zuccherati.
Se siete riusciti a resistere a Serafina e a Torielli vuol dire che siete pronti per affrontare il ristorante “Vittorio” (Via Sottoripa 59 rosso tel. 010/2472927).
Prenotate e andateci a fine turno, ad esempio: a pranzo alle tredici e quarantacinque e a cena alle ventidue, perchè il ristorante è sempre strapieno e i camerieri vi fanno fretta . Un altro trucco è ordinare una portata alla volta, con la scusa di vedere, se riuscirete a finire tutto... Facendo così, sarete voi ad imporre un ritmo quasi umano alle portate .
Fantastici gli spaghetti allo scoglio, i gamberoni grigliati di S. Margherita Ligure (sono quelli cantati da Paolo Conte), le grigliate e il fritto misto.
Non aspettatevi smancerie: questo è un posto serio, dove si va per mangiare bene, punto e basta.
Il rapporto qualità - prezzo è il migliore di tutta la città e capirete qui cosa significa la parola “pesce fresco”.
[Al di la del Bere e del Mare, la Rubrica di Vanni Cuoghi
n.02 "I Blue jeans di Gesù"]