Cartelli eleganti

La salvaguardia dell’originalità e dell’eleganza di una città passa anche per i suoi cartelli stradali. Ne è assolutamente convinto Clet Abraham, che in fatto di segnaletica se ne intende. L’artista bretone di nascita, fiorentino d’adozione e torinese per ragioni di cuore, da alcuni anni dissemina sui cartelli omini neri che interagiscono con la segnaletica. I segnali torinesi sono dotati di un fascino unico: il palo di sostegno termina con un cerchio metallico all’interno del quale viene pinzato il cartello con tre bulloni. “Questo sistema è il più raffinato che io conosca – spiega Clet -. Purtroppo negli ultimi tempi stanno sparendo per lasciare il posto a quelli più diffusi, bloccati posteriormente al palo. Perché perdere un primato di eleganza?”. Al deposito dei cartelli dismessi di via Pavia spiegano che l’intento è quello di uniformarsi agli standard italiani, per ragioni economiche e di praticità. Magra consolazione, quelli del centro storico saranno gli ultimi a scomparire. Ma Abraham non si rassegna: “Elimarli sarebbe come togliere a Parigi le entrate decò della metropolitana perché non omologate”.

(La Stampa 15.02.2012)

Ecco i pali a confronto:

Questo è il palò banale, più o meno simile in tutta europa, solitamente è centrale ma l'effetto è lo stesso.

Questo è il palò banale, più o meno simile in tutta europa, solitamente è centrale ma l'effetto è lo stesso.


Questo è il palo "bello", a notare il cerchio metallico parte integrante del fusto, esistono soltanto a Torino, e la finezza del fissaggio a tre denti. Sono i particolari a fare l'eleganza.

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