A CATALOGUE OF STREET ART TECHNIQUES (II)

We had talked about this project here.
Now we interview the guys behind it.
(interview by Dario Ujetto, ENG version by Elena Belliardi).
 
A Catalogue of Street Art Techniques is a project curated by The G. Canyon in a Crack, born as a support of the 2011 edition of Public Design Festival, organized in Milan by Esterni.
In your opinion, what is the sense of the project of cataloging the urban arts?
 
When we created “A Catalogue of Street Art Techniques” our first goal was to sensitize the citizens about what surround them, teach them to observe, to linger on around what surround them. Most of the time walking the streets, people do not even notice the presence of works of street art or, at best, regards them as mere vandalism.
With this project we wanted to understand that this is not about that, but this is a genuine form of art, explaining the techniques, talking about the artists and this incredible world.
Moreover, being the street art an ephemeral phenomenon, we also wanted to leave the memory of works, which maybe tomorrow there will be no more, through their cataloguing.
What is your relationship with a very popular app among street art lovers - All The City Street Art?
During the project we thought about a possible interaction between our work and visitors. There it was natural to think of an existing system, rather than create a new one. So we put in connection with the New York team who made “All City Street Art”.
They have been readily available and enthusiasm to participate with our project to the Public Design Festival.
The app during the festival was a huge success. I believe that through this partnership we helped each other.
Do you see future developments for your initiative?
We hope that our project does not end with the experience of Milan, but likely to have future developments in other cities or can evolve with new collaborations. We are already thinking about how to export it.
 
ITA version
Quale senso , a vostro parere, ha un progetto di catalogazione delle arti urbane ?
 
Quando abbiamo ideato A Catalogue of Street Art Techniques il nostro primo obiettivo era quello di sensibilizzare i cittadini verso ciò che li circonda, insegnargli ad osservare, a soffermarsi sul loro intorno.
Il più delle volte camminando per strada la gente nemmeno si accorge della presenza di opere di street art o, nel migliore dei casi, le considera puro vandalismo. Con questo progetto volevamo far capire che non si tratta di questo, ma di una vera e propria forma d'arte, spiegando loro le tecniche, parlando degli artisti, raccontando loro questo incredibile mondo.
Inoltre, essendo la street art un fenomeno effimero, volevamo anche lasciare memoria di opere che, forse, domani non ci saranno più, attraverso una loro catalogazione.
Qual'è il vostro rapporto con una app molto conosciuta fra gli Street Art lovers - All The City Street Art ?
In fase di realizzazione del progetto abbiamo pensato ad una possibile interazione tra il nostro lavoro e i visitatori.
Ci è venuto naturale pensare ad un sistema già esistente, invece che crearne uno nuovo. Abbiamo così contattato questo team di New York che ha realizzato All City Street Art.
Si sono dimostrati subito disponibili ed entusiasti di partecipare con il nostro progetto al Public Design Festival. L'applicazione durante i giorni del festival ha avuto un grandissimo successo. Credo che grazie a questa collaborazione ci siamo aiutati a vicenda.
Vedete sviluppi futuri per la vostra iniziativa ?
Ci auguriamo che il nostro progetto non finisca con l'esperienza di Milano, ma che possa avere futuri sviluppi anche in altre città o che si possa evolvere grazie a nuove collaborazioni. Stiamo già pensando a come esportarlo.


Informazioni su 'Dario Ujetto'