Eat me. But don't make a wish

 La favola di Alice in Wonderland viene riproposta in un ambiente urbano tipicamente occidentale, snaturando la magia onirica della realtà del Paese delle Meraviglie. La protagonista si sveglia e si alza, guardando, stupita e meravigliata, la metropoli gonfia di vita in cui si ritrova. Non più una fabbrica, ma una città pulsante e carica di icone
pubblicitarie, colori, luci e caos moderno. Il titolo riprende l’etichetta “eat me” delle bevande della favola originaria, responsabili della mutazione di dimensioni della protagonista. Con “Alice“ viene evocato  un dialogov fra sogno e realtà dentro la nostra città, in un territorio uguale al nostro presente che a volte entra ed esce di casa in maniera assente: forse Alice ne cerca una storia, una via di uscita.

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