Dalle pennellate traspare un "talento di idee" e "l'essenza del pensiero" che rappresentano, oggi, la goccia che consente ad un fiume di straripare, abbandonando i confini.
La voglia, quasi spasmodica, di vedere trasformarsi in realtà le speranze di un uomo che non si piega di fronte allo sperpero dei valori da parte di una società basata sul nulla, fa da legame agli intrecci della tela.
Il soggetto, come duello perenne tra la vita e la morte, può trovare origine nell'infanzia dell'artista, trascorsa nella "ridente" cittadina di Archi (RC), dove le macchinine colorate erano sostituite da armi non sempre finte, con le urla, gli spari e lo stridere della gomme che facevano da sottofondo alle risa dei più piccoli, in un'età che ha reciso l'immagine di un sud polveroso.
Il prima ed il dopo posti sulla stessa bilancia, mostrano i segni del desiderio di "un'inversione di rotta".
Apparentemente, "l'essere" dopo la morte, occupando la centralità del quadro, osservato superficialmente, potrebbe rappresentare l'apice da raggiungere, spoglio di accessori nella sua essenzialità, di un bianco opposto al nero di una vita trascorsa a lottare, avvolto da una pace surreale ed un silenzio assordante. Ma il bianco è l'assenza di colore, e le linee sospese dello scheletro sembrano cercare un completamento.
Apparentemente, "l'essere" durante la vita, occupando una parte marginale del quadro, sembra rappresentare ciò da cosa fuggire, ma, invece, rappresenta solo la realtà dalla quale non si può fuggire. Il colore rosso rende vivo l'occhio che lo osserva, perchè ha la lunghezza d'onda più distesa di tutti gli altri colori visibili. E' l'unico colore che racchiude in sè sensazioni contrapposte (la passione, il demone del male, l'amore,...). Le linee chiuse dei corpi traducono una definizione completa dell'essere in vita possessore e, non sempre proprietario, di tutti gli elementi che occorrono all'uomo per essere apice.
L'alternanza, come fosse un gioco, di elementi caratteristici della "perfezione", nell'una o nell'altra vita, svela la direttiva del pensiero dell'artista, come ancora di salvataggio di una società che deve salvarsi quando gli occhi sono ancora aperti su uno specchio che dipinge chi è diventata e non chi vorrebbe essere.
Il non sovrapporsi delle due figure, non è intenzione di mantenere una netta distinzione tra le due esistenze, ma, al contrario, è un impulso provocatorio al mescolarsi indistinto del prima e del dopo. Dove il male torni ad essere bene, per convinzione e non tanto per contagio da virus virale.
I piatti della bilancia, legati tra essi, creano una sola linea parallela all'orizzonte.
Il prima ed il dopo non esistono più. E' un'unica, fantastica, buia, lineare, turbolenta, sorridente, piena, sporca, instancabile vita!