THE FLUO GOSPEL
installazione di 48 Sigis Mouth realizzate con dischi in vinile
KISS KISS.
Tira un’ aria Pop in questi lavori di Sigis, al secolo Matteo Antonio Vaccari Sigismondi, dj e artista visivo che ha inventato delle mega labbra piegando i vinili non più usabili, in pratica riutilizzando gli antichi strumenti del mestiere. I vecchi e cari dischi diventano nella sua esperienza qualcosa di magico, parlano senza parole, oppure diventano simboli di svelamento, di un racconto forse impossibile che solo l’arte può liberare. La Pop Art comunque la si vede, da destra o da sinistra, ha influenzato il nostro inconscio. Difficile dire se senza i targets di Jasper Johns o il detersivo Brillo di Warhol saremmo stati felici lo stesso, pero´ e´ certo che se non ci fossero stati, l´ arte contemporanea sarebbe stata diversa e noi con lei.
Sigis ha ereditato il versante della Pop art legato alla scoperta della realtà: infatti la corrente americana è da considerarsi il vero realismo per chi e´ nato dopo il 1945. E´stata una deriva che si ha saputo affermarsi come linguaggio dominante. Possiamo dire che è il nostro inconscio che si ciba di simboli, di loghi, d’icone come la parrucca di Andy Warhol, eroe tragico di un mondo che e´ ancora li´ che festeggia in eterno. Lo stesso lavoro dell’artista milanese avendo mitizzato le grandi labbra in vinile ricoperte dei colori più incredibili, seduce con l’estetica però i problemi ma non li vuole negare. Anzi nel suo caso si tratta di un lavoro di amplificazione, di creare una risonanza alle cose che vuol dire veramente attraverso la seduzione della forma e del colore. . Intanto Sigis lavora riciclando i materiali più diversi, trasforma i rottami ma recupera anche testi, giornali, informazioni di eventi spinosi, vere e proprie vergogne della nostra società: quelle cose che si ha voglia di dimenticare in fretta. Lui invece seleziona, crea e ricorda. Non bisogna farsi ingannare dalla piacevolezza, di queste opere perché nascondono drammi, storie. Sono la metafora del nostro tempo in cui tutto è bello e colorato, ma i problemi ci sono e tralignano appena possibile.
Se l’artista ha creato una cifra stilistica chiara, è anche vero che sa manipolare la materia base, il vinile, in modi e forme diverse. Labbra, rose, gesto d’amore iniziale e iniziatico legato alla sua propria storia personale, ma anche forme perfettamente integrate con il suo istinto di assemblatore, di testimone del nostro tempo visto attraverso gli scarti in una versione aggiornata del Nouveau realisme. Il risultato della sua ricerca che è certamente ancora provvisorio, data la freschezza del percorso. E’ un universo variegato in cui hanno voce storie diverse, storie amorose, legate da una partecipazione intima alle vicende di vita ma anche e soprattutto a quelle sociali. Guardiamo un linguaggio pop ma frammisto ad un vago sapore di primitivismo, qualcosa di eruttivo alla Basquiat, qualcosa anche di sgrammaticato perché dettato dalle urgenze di dire e comunicare.. Sigis va preso così, con tutta l’energia che sa comunicare, con tutti i lati bui o introversi che appaiono sotto un ìmpianto di grande immediatezza e ironia. Una giovane arte felice per scelte e spesso per soluzioni di originalità, che invitano a guardare queste labbra in attesa di un oracolo, di un consiglio, di una nuova storia.
Valerio Dehò