Gec, la Biennale, le girandole e una gallina

Il 31 agosto a Venezia tra calli, ponti e barche sono apparse un’ottantina di girandole multicolori, realizzate con Gratta&Vinci usati. E perdenti. Un’incursione firmata Gec Art.

Cuneese di nascita, torinese d’adozione, di estrazione “street”, con particolare inclinazione alla poster art, l’artista classe 1982 non è nuovo a queste invasioni. Due anni fa furono i topi tecnologici, realizzati con mouse dismessi, a colonizzare le strade parigine. Oggi tocca a Venezia, in occasione della 13a Biennale di Architettura.

La genesi dell’opera è stata piuttosto travagliata – racconta Gec –. Sono stato a invitato a partecipare da Farm Cultural Park, con cui collaboro da tempo, che ha curato il progetto ‘Epidemic Happyness’. Qui è emersa la prima difficoltà: raramente realizzo opere che abbiano a che fare con la felicità. Però mi è sembrata la giusta occasione per dare uno sbocco al progetto dei Gratta&Vinci, che avevo iniziato tempo fa”. Nell’arco di 6 mesi, Gec aveva raccolto oltre 12mila tagliandi usati, via web, social network e attraverso la collaborazione di tabaccai e rivenditori autorizzati. “Per molto tempo è rimasto un progetto nebuloso, non sapevo cosa ne sarebbe nato. Poi ha preso forma l’idea di creare un enorme poster in stile collage. Ma non era in linea col tema proposto a Venezia”. Dopo molte incertezze, con pochi giorni di anticipo sull’inaugurazione, nasce “La ruota gira”. Titolo beffardo che gioca col delirio collettivo legato al gioco d’azzardo.

Ma avevo pochissimo tempo per realizzare le girandole. Ognuna è composta da 30, 40 Gratta&Vinci e costruirle richiedeva molto lavoro. Ho messo sotto la mia ragazze e le sorelle e alla fine siamo riusciti a farne un’ottantina”. Ottanta simboli per eccellenza del gioco infantile realizzati con ciò che resta di un sogno infranto. Ottanta “fiori ludici” che avrebbero dovuto formare un giardino nello spazio espositivo di Farm Cultural Park. “Avrebbero. Alla fine le cose sono cambiate ancora e il giorno prima abbiamo deciso di spargerle per Venezia”. Operazione che si è rivelata piuttosto avventurosa, tra la pioggia insistente, la curiosità dei turisti e le bizze fuori programma di una gallina. “Con me c’era lo street artist milanese Elfo, che per rappresentare la felicità ha scelto di dare a una gallina la possibilità di volare. Per farlo le ha legato dei palloncini di elio e voleva fotografarla per le calli veneziane, solo che lei non sembrava disposta a stare ferma in posa”.

La sera del 31 agosto, per l’inaugurazione, le ottanta girandole turbinavano allegre nella splendida luce della città lagunare. Alcune sono ancora lì a far bella mostra di sé. Altre sono diventate curiosi souvenir nelle mani di turisti e veneziani. “Era previsto: anche questo fa parte dell’arte urbana”.

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