28-29 dicembre 2012 "Mutazioni Humane e Pensiero - International Performance Art Festival" a cura di Kyrahm e Julius Kaiser - artisti dal Cile (Gonzalo Rabanal, Pamela Navarro Ortiz, Alperoa), Germania (Verena Stenke e Andrea Pagnes), Italia (Angelo Pretolani, Collettivo Cercle, Kyrahm e Julius Kaiser, Marco Fioramanti, Monica Melani)
dicembre 2012 "Mutazioni Humane e Pensiero - International Performance Art Festival" Curated by Kyrahm e Julius Kaiser - artists from Chile (Gonzalo Rabanal, Pamela Navarro Ortiz, Alperoa), Germany
(Verena Stenke e Andrea Pagnes), Italy (Angelo Pretolani, Collettivo Cercle, Kyrahm e Julius Kaiser, Marco Fioramanti, Monica Melani)
"L'arte non ha regole, ad un pittore non puoi rimproverare di aver violato i canoni. Lo scienziato deve invece rispettare le regole sottese ai fenomeni naturali. Personalmente amo considerare la matematica, la meccanica dei quanti, le strutture molecolari e altre costruzioni scientifiche come espressioni assolute di arte astratta. C'è una bellezza intrinseca nelle leggi della natura che non è facile cogliere, così come non è facile apprezzare all'istante un quadro di Picasso".
(John D. Barrow)
Il progetto "Mutazioni Humane e Pensiero" è un festival di Performance Art con ospiti di rilievo della scena artistica contemporanea internazionale. Una serie di eventi performativi che si svolgeranno nell’arco di due giorni, introdotti da panel di presentazione degli artisti e del loro lavoro, accompagnati da esposizione di opere di documentazione video e fotografica e di opere filmiche, di videoarte o arte tradizionale derivanti da opere di performance art.
Il concept dell'evento ruota intorno alla necessità di un'estensione ulteriore sul rapporto tra performance art e ricerca scientifica. La dicotomia arte e scienza è caratterizzata da complementarietà. Frequentemente gli artisti erano anche illustri scienziati. Ars e scientia non sono mondi separati ma costituiscono un continuum.
Attualmente l'arte contemporanea ricorre sempre più spesso alla tecnologia, divenedo tecnocultura, spesso manipolazione della natura e straordinario controllo di forze naturali. Nascono le tendenze degli artisti attuali ad usare e modificare il proprio corpo come se fosse una forma di scultura, di scultura sul vivente. *
La Performance art ha origine negli Stati Uniti D’America negli anni ’60. E' una particolare forma artistica dove l'azione di un individuo o di un gruppo, in un luogo particolare e in un momento particolare costituiscono l'opera. Performance Art significa che è dal vivo e che è arte, non teatro. Gli anni ’70 hanno anche visto l’apogeo della "Body Art" dove la carne dell’artista è la tela. A partire dagli anni ’80 la Performance Art ha sempre più incorporato elementi tecnologici nelle sue opere.
Se negli anni 80 e 90 l'attenzione all'intelligenza artificiale, al cyborg e alla biomeccanica era tale da indurci a parlare di postumano, in questo affacciarsi al secondo decennio del 2000 non possiamo più non prendere in considerazione l'invisibile, la sostanza delle emozioni, la fisica del pensiero.
Per questo gli artisti saranno invitati ad elaborare delle performance che riflettano la necessità di questa estensione ulteriore.
“L'arte d'avanguardia è sempre stata tentativo di superamento di una frontiera. Si tratta di individuare quali siano le frontiere della scienza contemporanea che l'arte tenta di sfidare”. * (Francesco Maria Battisti)
Gli artisti sono persone attive in ambito internazionale nell'ambito della performance arti che hanno svolto un ruolo importante nella diffusione di questo linguaggio nel loro paese di origine, configurandosi spesso anche come curatori.
Kyrahm e Julius Kaiser, Verena Stenke e Andrea Pagnes, Pamela Navarro e Alperoa sono coppie di artisti nella vita e nell'arte, connessione e condivisione, amore e arte,duplice passione.
Anni 60- 70: buona parte della ricerca performativa è scioccante ed estrema (azionismo viennese, performance estreme). L'arte del comportamento, (uno degli esponenti è appunto Angelo Pretolani), più vicina all'arte concettuale, in quegli anni fatica ad identificarsi come linguaggio diffuso.
Anni 80- 90: è l'avvento del cyborg, del postumano, dell'uomo macchina. La diffusione dell'aids è determinante per il ritorno a performance dove il ruolo del sangue è preponderante. Sono gli anni di una nuova body art estrema e della post porn art, le arti performative incontrano la tecnologia.
Anni 2000: Internet riduce lo spazio-tempo. Le performance si contaminano di nuovi linguaggi e mezzi di comunicazione.
Tale sintesi è ovviamente riduttiva e appossimativa: le contaminazioni, le variabili, sono sempre numerose, tuttavia è specchio generale della tendenza predominante delle varie epoche.
In questo ultimo decennio scegliamo di prendere in considerazione l'invisibile, la sostanza delle emozioni, la fisica del pensiero. La crisi economica (intesa come inevitabile rinuncia a ciò che è materiale), induce l'individuo ad attingere alle proprie risorse, soprattutto interiori. Esiste una produzione ancora fin troppo autoreferenziale, noi cerchiamo di recuperare ciò che è autentico (Kyrahm e Julius Kaiser)
Si assisterà quindi al lavoro dei nuovi fenomeni storico-performativi dell'ultimo decennio (Kyrahm e Julius Kaiser, Collettivo Cercle, Verena Stenke e Andrea Pagnes, Pamela Navarro e Alperoa) e di artisti operativi dagli anni 70 ma aventi una particolare configurazione orientata verso la spiritualità (Angelo Pretolani, Marco Fioramanti, Monica Melani)
http://www.mutazionihumane.it/