In questi giorni un editore ha deciso di pubblicare tutti i login di Wired in un ebook gratuito. Ma partiamo dalla fine che (come nelle migliori narrazioni circolari) è anche l’inizio. A capo e coda del libro scrivi: “Perché raccogliere questi login in un social-libro ora che ho lasciato la direzione di ‘Wired’? Perché cercavo un posto sicuro dove conservarli, e ho pensato che quel posto eravate voi.” E’ una bella frase, ma non solo, nasconde una bella idea, un bel pensiero e non vorrei spoetizzarla con troppe spiegazioni quindi ti chiedo semplicemente: chi credi che sia quel “voi”? Chi sono i lettori di Wired? Cosa amano, cosa cercano?
Una volta l’Eurisko dopo una indagine mi disse che sono adulti bambini. Chiesi cosa volesse dire e mi spiegarono che sono adulti che non hanno perso la capacita di sognare, di lottare e di emozionarsi. Ecco, io mi sento così e così ho immaginato i lettori di Wired.
I tuoi login sembrano più una fucine di idee, di spunti, di lanci e suggestioni che degli “editoriali classici”, suggestioni che riguardano tutti i campi che si trovano ad interagire in materia di innovazione, non ultimo quello “politico”. Insomma, leggendo con attenzione i tuoi login, ci si potrebbe quasi scrivere un programma di governo (niente inutili “grandi opere”, scuola informatizzata, rivalutazione della figura degli insegnanti, invenstimenti in energie rinnovali e in lavori “creati”, non più “cercati”…). Una domanda impertinente: sei interessato -magari in futuro- a metterti al servizio del popolo (come sempre dovrebbe fare un politico)?
Io ho sempre considerato il giornalismo un servizio pubblico, un mestiere al servizio dei lettori e quindi della collettività. Credo e spero di poterlo continuare a fare questo servizio pubblico con i giornali, ma lo vedremo presto.
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