Daniele Denaro: "L'acquaiolo" di Gemito? Un monito contemporaneo, l'arte è un bene pubblico.

Daniele Denaro: "L'acquaiolo" di Gemito? Un monito contemporaneo, l'arte è un bene pubblico.

Daniele Denaro vive e lavora tra Messina e Verona.

 

Partiamo dall'opera che hai deciso di ricampionare, si tratta di un opera storica che a  me sta particolarmente a cuore e che ho studiato con grande attenzione quando studiavo Scultura all'Accademia di Belle Arti di Napoli, l'acquaiolo di Vincenzo Gemito, opera realizzata a Napoli, con un erotico scugnizzo come protagonista, due sono le versioni di questo lavoro e tu hai lavorato sulla versione edulcorata, la prima, quella dove la nudità del personaggio è pudicamente coperta con un paio di mutande, destinata a Francesco II, re di Napoli, in esilio nella capitale francese. Si tratta quindi un lavoro fortemente poetico e politico sin dall'origine, il Regno di Napoli e delle due Sicilie non esisteva più e uno scultore napoletano rendeva omaggio a un Re decaduto e esiliato, il percorso "politico" del lavoro originario quanto ha influito sulla scelta di questo lavoro da remixare con finalità egualmente politiche?

Sinceramente  sono giunto a quest’opera in seguito ad un link che mi è stato girato su FB, riguardante un concorso promosso da INTESA SANPAOLO, nel quale veniva chiesto di reinterpretare una delle opere facenti parte della loro collezione  GALLERIE  D’ITALIA.
Il primo pensiero è stato quello di non prendere parte ad una operazione di branding organizzata da una banca, che cerca di avere approvazioni anche nel mondo degli artisti (il mercato è spietato e fagocita tutto e tutti).
Guardando la galleria di immagini delle opere che chiedevano di reinterpretare, sono stato attratto  dalla scultura di Gemito e dal titolo di questa “L’acquaiolo”.

Vista la mia formazione artistica, che si incentra molto sulle tematiche politico-sociali, ho pensato che magari avrei potuto dare a quell’opera una rilettura polemica nei confronti della privatizzazione dell’acqua (che immagino essere molto ambita dai gruppi di potere economici quali le banche), e quindi provare a mettere una mina all’interno di quel sistema di branding creato a puntino dalla banca.

 

Gemito, artista e scultore con il quale idealmente dialoghi e ti relazioni con questo lavoro, ebbe un crollo psicofisico e mentale che lo porto a ventun anni di reclusione in una stanza e trascorse periodi di degenza in un ospedale psichiatrico, incapace di reggere alle critiche per la statua di Carlo V per il palazzo reale di Napoli. Un Van Gogh della nostra cultura comune del sud Italia che in quel momento storico mutava identità e corso della storia, tu sei un artista del sud Italia che come me, ancora vive gli echi di quelle problematiche che con Gemito si determinavano, non a caso siamo entrambi emigrati per lavoro, quanto senti vicino il suo dramma identitario di operatore culturale costretto suo malgrado a seguire i percorsi imposti dalla storia?

Non credo si possa essere  fuori dalla storia, un artista esprime il proprio tempo nel bene e nel male, o magari immagina come sarà il futuro. A differenza di Gemito non ho committenze, quindi sono completamente libero di  divertirmi ad analizzare i fenomeni che avvengono intorno a me, senza preoccuparmi tanto della direzione da intraprendere, quanto della mia  gratificazione personale.
(Non dipendo da nessuno e la mia arte deve piacere prima di tutto a me).

 

Altra cosa che trovo interessantissima in questa tua operazione di remix è il modo in cui hai deciso di proporla, che mi trova idealmente e culturalmente molto vicino come sai, tu sei un artista che ha un portfolio importante (come si dice oggi), ma hai deciso di presentare, raccontare e descrivere il senso e il significato di questo tuo lavoro, senza nessuna intermediazione da parte di addetti ai lavori, descrivendo la tua azione con un video su you tube, siamo davanti a una mutazione e un cambio di passo della storia? Insomma proprio come al tempo di Gemito ti trovi a vivere e soffrire sulla tua pelle un cambiamento epocale che vuole l'artista come responsabile unico delle sue scelte e operazioni artistiche?

 

Grazie per la considerazione, ma non credo di avere un portfolio importante, anzi non sono da nessuna parte se non sul mio sito o su fb, per il resto sono eventi ai quali mi capita di partecipare, ma penso di essere un artista poco gradito ai più.
La presentazione su youtube in realtà è richiesta nel concorso su citato, al quale ho aderito. (forse hanno preso loro spunto dal modo di lavorare del vostro progetto T.A.M.).
Per quanto mi riguarda penso che l’artista debba sempre essere  consapevole del proprio lavoro, altrimenti che artista è?

Non amo la semplice abilità tecnica che per me è vicina all’artigianato più che all’arte.

Probabilmente sarà che mi sono avvicinato a questo fantastico mondo delle immagini  leggendo un libro sulla body art e il gruppo Fluxus, e senza avere degli studi artistici alle spalle (se non da quel momento in poi con la scelta di fare l’esame di prova per entrare in accademia) la prima forza che ho scoperto dell’arte è il potere delle idee e non dell’abilità tecnico pratica, quella ci può essere ma per me non è fondamentale.
Per concludere, se un artista qualunque sia il suo lavoro, ha bisogno di un mediatore  che ne parli e lo spieghi  al posto suo o è un artigiano al quale è riuscito di realizzare qualcosa di esclusivamente carino, oppure è un bluff dell’arte.

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Mimmo Di Caterino

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