L’essenza nel baratro

Essentia 04, from the series Corpus et Animam

Binomi imprescindibili, rincorrono e lottano nell’arte di Sergio Angeli.
Pensiero e anima,  corpus et animam, vita e morte, bianco e nero. Le stesse opere di Sergio si legano indissolubili a parole, che compongono versi e poesie che tentano di dar voce alle linee e ai colori. Parole lente e profonde, recitate ad occhi chiusi, gli stessi occhi che vedono apparire davanti a loro figure spettrali e sospese, in neri abissali o bianchi onirici. 

Linee ed espressioni che derivano direttamente dalle percezioni dell’artista, che non esita, non si strugge su analitici studi, ma esprime un’interiorità che tenta di evadere da un corpo -  forma - forse troppo stretto.
Tentare l’evasione, implica una lotta, che in realtà si rivela interminabile, poiché in quei binomi entrambe gli elementi esistono e, coesistono,  l’uno in presenza dell’altro.
Qui, la vita è mera parvenza, dove l’individuo viene spogliato da se stesso per vestire l’abito spento della massa. La tecnologia,  il progresso ha le sembianze di una titanica creatura dalle grandi fauci che risucchia l’essere, l’essenza nel baratro del suo stomaco.
L’artista tenta allora di fuggire dal triste destino, dal mero apparire, per tentare di sopraelevarsi e guardare ciò che palpita al di sotto di questi cupi corpi. Ardua è la ricerca dell’essenza, della verità dell’essere, complesso è cercare di possedere se stessi appieno. Con meticolosità, l’artista prosegue la sua ricerca, nel buio tenta di permanere. L’analisi  lo conduce ad una conoscenza più profonda.
Le visioni interiori materializzano figure dalle sembianze umane, spettri dell’intimità che fluide si espandono, cadono a pezzi e palpitando si ricompongono.
Creature grigiastre e vibranti, all’interno delle quali si muovono come fiamme anime rosse, che si svincolano dalle linee, dalle membra, ma a cui rimangono immancabilmente legate. 
Talune si inginocchiano, chiudendosi nell’urlo straziante, poggiando sulla sottile linea che divide il bianco dal nero, il bene dal male, la conoscenza dall’abisso dell’enigma.
Altre aleggiano come bagliori malsani, tra la luce e l’oscurità, in cerca di redenzione e riscatto.
Lotta onnipresente, di sopravvivenza in una vita ingannatrice, dove ormai l’uomo ha perso la propria individualità, e finge di essere nei sordi frastuoni meccanici. Visioni inquiete le sue, frutto di ferite che non si cicatrizzano ma pulsano sotto la pelle, sotto il colore, è un martirio il suo.
Vivere e sopravvivere nell’abisso, che tanto è profondo, quanto rassicurante.

(Chiara Mastroianni)

 

"Unavoidable combinations chase each other and struggle in Sergio Angeli's art . Mind and soul, corpus et animam, life and death, black and white . Sergio's own body of work indissolubly binds itself to words, that compose verses and poetry which try to give voice to lines and colours. Slow and deep words, declaimed with closed eyes, the very same eyes which see ghostly and aloof figures appear in front of them, in abysmal blacks or dreamlike whites. Lines and expressions deriving directly from the artist's perceptions , who doesn't hesitate, doesn't pine away on analytical studies, but instead conveys an inner awareness which tries to escape a possibly too tight body – shape . Attempting an escape entails a struggle that actually turns out to be never-ending, as in those combinations both of the elements exist and coexist, one in the presence of the other. Here, life is mere appearance, where the individual is stripped of himself in order to wear the dull clothes of the mass. Technology, progress resembles a titanic creature with big jaws that sucks in the being, the essence in the chasm of its stomach. The artist then tries to escape his sad destiny, the sheer appearing, to try and tower above and watch what quivers beneath these grim bodies. Difficult is the search for the essence, for the truth of being, complex is trying to completely master oneself . Painstakingly, the artist keeps on searching, in the dark he tries to stay . Analysis leads him to a deeper knowledge . Inner visions materialize human-looking shapes, spectres of intimacy which , fluid, spread out, break down and, throbbing, reassemble . Greyish and vibrating creatures, inside of which red souls move like flames, disengaging from the lines, from the limbs , but staying surely bound to them. Some of them kneel down, withdrawing in a heartrending cry, leaning on the thin line which divides white from black, good from evil , knowledge from the abyss of enigma. Others hover like unhealthy glows, between light and darkness, seeking redemption time and again. Continuous fight, for survival in a deceptive life, where now man has lost his individuality, and pretends to be in deaf mechanical uproars . Troubled visions of his, born of wounds which don't heal but throb under the skin, under the colour, that's his ordeal . Living and surviving into the abyss, that is as deep as it is reassuring". 

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Sergio Angeli

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