Scultura tu mi offendi? Io ti distruggo.
L'obsolescenza programmata e l'ideologia dell'arte come prodotto "usa e getta", hanno finito per conquistare l'industria culturale artistica e museale nel nome della contemporaneità.
Consumiamo riviste critiche specializzate, monografie, pensieri e siti specializzati di arte; consumiamo l'effetto del dispositivo retorico del linguaggio dell'arte.
Il rapporto estetica e etica con la sua risultante vettoriale della ricerca è finita in un grande supermercato, quello della quotazione di mercato dell'artista che erroneamente costituisce il suo valore (che non è assolutamente il valore del merito della sua ricerca); tutto diventa in questa maniera relativo, facoltativo e in vendita e per questo, siamo nel secolo del linguaggio svalorizzato.
Una trentacinquenne a Milano, ha demolito la Scultura di uno street artista, colpevole di deriderla.
Adesso, che una opera potesse venire distrutta è da mettere in conto, mi è capitato innumerevoli volte, di vedere i miei quadri distrutti o prelevati in diretta, quando per disperderli li installavo abusivamente nella mia realtà napoletana di formazione.
Il punto è un altro, la motivazione che ha spinto la Colombiana a distruggerla nella sua furia iconoclasta, sembra riconducibile a tristi eventi di cronaca, dove persone in preda a raptus di follia uccidono a caso tra la gente.
Sentite cosa ha dichiarato la trentacinquenne colombiana:
"Uno sciamano mi ha detto che ho il malocchio e per guarire devo distruggere tutte le statue di Milano".
In questa maniera ha spiegato alla polizia il suo accanimento contro la scultura in via Vitruvio 12, a Milano, mentre la stava danneggiando con un martello.
L'opera era in in gesso, realizzata dallo street artist Urban Solid, che raffigurava un uomo nudo attaccato alla parete in strada.
Nella notte, quando è stata fermata, la donna ha tentato di distruggerla.
Agli agenti che l'hanno arrestata ha spiegato:
"La statua mi ha deriso".
La donna, con regolare permesso di soggiorno, è stata accompagnata all'ospedale Niguarda per una visita psichiatrica.
Che dire?
Con l'interazione reale dello spettatore, il lavoro è realmente diventato una opera d'arte di questo secolo, ha compiuto il suo processo d'interazione linguistica, tutto rientra nell'ambito del linguaggio dell'arte imposto a una Colombiana, che non voleva saperne di essere derisa da una rappresentazione di un Adamo onanista, coperto solo con una foglia di fico e legittimamente si è sentita importunata sessualmente.
In fondo la statua è stata piazzata abusivamente e quindi si tratta di una imposizione consapevole dell'artista alla comunità, lo dico con la cognizione di causa di chi ha lavorato e lavora sulla causa effetto dell'intervento abusivo, analizzandone le dinamiche linguistiche correlate.
Scultura, performance, interazione, di cosa si parla realmente?
Tra l'altro la Scultura era realizzata in materiale povero, il gesso e con il tempo e le variazioni climatiche si sarebbe autodistutta naturalmente e il suo autore non poteva non saperlo.
Comunque sia, una Eva Colombiana ha distrutto metaforicamente il suo Adamo tentatore a Milano, il vero artista di questo tempo animato di furia iconoclastica chi è stato?