Tito Mussoni: Marco Lavagetto? Un colonizzatore d'immagini.
Tito, il momento storico mi sembra propizio per tornare a discutere e riscoprire il lavoro di Marco Lavagetto, molti fingono d'averlo dimenticato, ma la sua importanza storica, culturale, sociale, politica ed economica, in relazione a quello che sta avvenendo anche in questo secolo, mi sembra indiscutibile.
Cerchiamo di raccontarlo, chi è Marco Lavagetto?
Come la sua ricerca artistica ha rimesso i linguaggi dell'arte al centro del sistema?
Certi miei illustri colleghi sono convinti che Lavagetto si possa senza dubbio includere nella seconda branca della estrapolazione semantica.
Ora, questo sorpassato modulo interpretativo, che risale all'inizio degli anni ottanta, non trova alcun riscontro nel panorama variegato delle recenti emergenze, oggigiorno sempre più sciolte e divaganti.
Per fare un minimo di cronistoria, il nostro caro Lavagetto, si fece conoscere nel 1981, presentando oggetti indesiderabili per l'arte e per l'industria, definendoli rifiuti che non possono essere esposti nelle gallerie essendo cose non qualificate e inqualificabili.
Un anno dopo di quella mostra mai inaugurata, Lavagetto ebbe una trovata geniale e per dirla tutta, patetica:
Trasformò il logo MIS (More Industrial Shop), aggiungendo un altro messaggio più mirato, chiamandolo Morte Istantanea Sicura.
MIS era, in origine, una piccola industria già avviata che produceva vestimenti ultra-sintetici per le fabbriche (Eternit©, Stoppani ed Italsider).
Dopo quella sfilata grottesca fatta in casa di un noto gallerista (non lo citiamo per motivi legali), la ditta MIS cambiò pelle e divenne l'unica casa di moda per confezionare vestiti esclusivamente per i cari estinti.
Ma quel lieve successo ottenuto allora lo inebriò a tal punto, che volle tentare la sorte con l'avveniristico e quantomai improbabile progetto editoriale CLIMA (1982).
Incidentalmente, in un epoca satura di immagini ISO (Immagini Soglia Ordinaria), allora vigevano le regole severe del visual appeal e non si poteva superare la soglia di 22.000.000 u.i. per mgi, si imbatté con Antonio Cupì, il primo Controllore di Immagini a Soglia Ordinaria (CISO) e decretò la fine del Gruppo Editoriale Clima.
Fonti riguardevoli dicono che esistono alcuni campioni foto-riprodotti del numero zero di CLIMA nell'archivio statale I.M.G.A., custoditi gelosamente da qualche anonimo impiegato in una cartella di polietilene con scritto in rosso:
Attenzione!
IOS -Immagine Oltre Soglia. Il tonfo di quella avventura grafica si fece così sentire che le due società di ricerca del Lavagetto, ModelliProdotti inc. e PLINTOS, fallirono.
Aspetta Tito, fammi capire, stai raccontando in qualche modo (in maniera anche un poco metaforica), come le immagini e la ricerca di Lavagetto, nell'andare oltre la soglia critica, che il tempo e il contesto fieristico dell'arte consentiva, siano state, non bistrattate, ma omesse dal dibattito ufficiale sul senso dell'arte e della ricerca artistica a lui contemporanea?
E' ben noto come i mass media ebbero gioco facile nel seppellire ogni traccia visivamente apprezzabile di immagini IOS provenienti dal settore superficiale dell'arti normali.
Nel 1983 ricorderete le continue ondate iconiche di Kabel Medium a cui eravamo sottoposti quotidianamente, finché la speranza di vedere la seconda puntata del presunto serial Dove governa Morantz dei Caredda's, si affievoliva ogni giorno. Infatti, quella speranza rimase inappagata e il serial televisivo venne sostituito con le repliche dei documentari sulla vita dei Grandi Rettili Rari, sponsorizzati dalla AURUMMA spa, industria falsamente mesozoica, totalmente invischiata in un fertile traffico di prodotti contraffatti inerenti alla Lost Art e alla Pre Art.
Poi, arrivò un debole segnale:
nascosto tra le pieghe catodiche di uno spot, venne individuato un messaggio proveniente dalla rete dissociata Red Skull Net, la quale apparteneva, senza ombra di dubbio, all'Immaginario Collettivo e rimetteva in discussione ogni teoria cromo-visibile sulla evoluzione del messaggio ordinario (cfr. I Quindici) e dava nuovo lustro alle sottovalutate Elucubrazioni minori (ed. Coatte) del nostro Lavagetto, in cui venivano trattati concetti quali "la quantificazione, tramite geometrie non-reiterabili, della elasticità finmeniana".
Incredibile!
Raccontami una altra cosa, come mai Lavagetto scomparve definitivamente da quello che negli anni ottanta, novanta e anche in questo secolo (con ostinazione che nega l'evidenza) viene etichettato come il "sistema dell'arte" con tutto il suo baraccone di "addetti ai lavori"?
Con il posteriore avvento del pensiero latveriano nell'arte e il nuovo metodo classificatorio dei messaggi audiovisivi proposto dall'autorevole catalogatore Aux Tuner nei suoi saggi (Plane to Exterminate, Panavision e Telefunken), alcuni ricercatori, primo fra tutti Orazio Vitale, studiando a fondo le teorie lavagettiane, riuscirono a campionare alcune opere non riproducibili di F.M.A. (Five Minute Art).
Nel frattempo, stanco dei pellegrinaggi nelle asfittiche gallerie della Ghost Art, Lavagetto non si diede per vinto, anche se il suo Aggiornamento sui caratteri finmeniani non quantificabili, venne ignorato.
Nella più totale indifferenza popolare negli anni successivi, dal 1985 alla fine del decennio, la composizione strutturale delle opere di Lavagetto, ebbe modo di esprimersi in piena luce con le sue Tele-Visioni (cromatoni ricombinati su tela acrilica).
Ma la fine delle trasmissioni per Lavagetto, era già prevista:
nel 1987 fu costretto dal Comitato Cromatico Collettivo, a sintetizzare un nuovo modello televisivo dipinto e definitivo, per l'appunto, "La Fine delle trasmissioni".
Dopo un'esperienza simile, mi domando come egli possa ancora essere in grado di proporre ai suoi decimati fans, un così ricco campionario di immagini IOS. T
estimoni, quindi, del Progetto Riordinamento Iconico del 1990, sono le U.B.&B. (Useless Box & Bags) e in particolare Ariel (contenitori per Fakeroids) e 50 (contenitori per Immagini Estrapolate ISO).
Un altro contributo della terza branca di estrapolazione semantica, fu la R.A.P. (Ricerca Arte Porno) e continua a produrre cofanetti in Duraflex, oggetti già dipendenti dal panorama tecniconico della So.Up Art.
A questo punto, si può fare riferimento al nuovo catalogo Arti normali, edito dalla Mecanormal di data incerta, un'altra edizione aggiornata della Enciclopedia sulle Arti Normali.
Il catalogo, essendo già esaurito, attendiamo una nuova edizione più completa.
Certamente il Lavagetto, ha contribuito alla campagna di crescita del messaggio commerciale nell'arte e ancora rimaniamo in attesa di sviluppi che potranno illuminare dettagli ancora oscuri di questo instancabile colonizzatore di immagini.