Non proprio una mostra…
Più che altro, sembra di entrare nello studio di Halo Halo. Lui è seduto in un angolo, un libro di storia dell’arte aperto sul tavolino – immagini a colori e in bianco e nero -, con la sua penna implacabile si insinua negli spazi o ne crea di inaspettati.
Ogni tanto stacca un foglio e la collezione alle pareti si arricchisce.
C’è anche un raccoglitore denso di fogli, disegni, progetti, la storia di Halo Halo in formato quasi tascabile. E così salta fuori un paesaggio dipinto a scuola più di dieci anni fa (gli valse un “Ottimo”… la prof. vedeva lungo!) o un omaggio all’Italia Campione del Mondo in Germania.
Tra i disegni appesi a una parete densa di rivisitazioni, che spaziano da San Sebastiano a Quentin Tarantino, si staglia anche la prima tela dipinta da Halo Halo.
Intanto la penna corre, la mano si muove da sola, segue percorsi tutti suoi. Curiosi labirinti che nascondono storie non raccontate. Incastonate nei “ghirigori” – termine limitativo per descrivere il tratto di Halo Halo, ma rende bene l’idea… – che si estendono senza confini.
Soprattutto da Amantes, dove i suoi panorami immaginari escono dalla mostra, proseguono sulle pareti e si adagiano sul bancone e sulla consolle del dj.
La mostra rimane da Amantes fino a sabato 15. Qui di seguito se ne può gustare un assaggio:
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