Maris, racconti interiori di Gabriella Gentilini

Dare forma alle emozioni e agli stati d’animo più contrastati, colorare le inquietudini quotidiane, i dolori laceranti o le gioie improvvise. Questa è la ricetta che Maris adotta nella sua pittura, quasi un viatico per i propri tormenti interiori, un diario sempre aperto con la sua coscienza, un colloquio meditato e sincero tra sé stesso e il mondo.
Le sue composizioni, informali ma non troppo, illuminate da frequentazioni europee ed avvicinabili, per energia e tensione vitale, a Pollock e soprattutto a Mario Schifano, suo indimenticabile amico, possiedono una cifra espressiva personalissima, frutto di una istintualità guidata dall’intelletto e di una fantasia mediata dalla razionalità. Quasi uno studio di immagini mentali in continua evoluzione, che danno luogo ad un tumultuoso espandersi di forme e di elaborazioni cromatiche fatte di luminosità brillanti, di trasparenze sottili e di velature infinite, come stratificazioni della memoria.
La ricerca dell’artista raggiunge anche un effetto dinamico-plastico di intensa suggestione, percepibile egregiamente sia nel grande, sia nel piccolo e piccolissimo formato, lasciando libero l’osservatore di immedesimarsi nell’opera senza staccare lo sguardo prima di averne assimilato le pulsioni, le vibrazioni interne e di avervi trovato qualcosa di riconoscibile, qualcosa di sé.

Dott. ssa Gabriella Gentilini, Scrittrice e curatrice, Firenze, maggio 2003

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