Pasquale Ciao: il legno, il “miracolo” e la luce.

Non esiste al mondo maggiore artefice di colui che restituisce la vita. E’ senza dubbio questa la miracolosa intenzione artistica di Pasquale Ciao, ”uomo divino” nella veste dello scultore sotto la cui pelle batte un cuore intriso di arte e sentimenti popolari. Una delle voci più limpide e decantate nel frastuono dell’arte contemporanea in Campania. Di formazione accademica partenopea, il maestro di scultura e pittura in questione è innanzitutto un figlio beato della sua terra. Luogo natio fatto di sole e miti da cui estirpa l’essenza materica primordiale, il legno. Con questo materiale, asportato dagli ulivi sacri delle sue colline, (ri)crea emozioni e figurazioni plastiche con l’arguzia dell’intagliatore sognante. Perché è nei suoi sogni che riesce ad estirpare i preliminari concetti di un mondo lontano, arcano, fatto di donne, animali e culti ancestrali. Il suo è un materiale metamorfosato che spento della linfa vitale, sta per assumere un ruolo nuovo. Ed è lì che compie il “miracolo”: tra le sue mani il secolare e nobile ceppo d’ulivo si scortica, lo spuntella e distorce fino ad essere brutalmente cauterizzato, restituendogli una seconda anima, un nuovo calore. La vocazione per il modellato nasce in lui da un furor interiore. Sotto la materia riarsa e virilmente aggredita prendono forma così i sogni folli di Pasquale Ciao, padrone indiscusso della sua natura. Operazione teorica prima ed estetica poi attraverso cui la sostanza lignea partorisce per divinazione figure ambigue e lontane, corpi di fantasmi e leggende polverose. Ma il miracolo non è del tutto compiuto. La catarsi aperta al pubblico è appena iniziata… basta entrare con passo prudente nel buio espositivo sotto il tubo a neon riflettente, dove il maestro installa i legni lavorati, per veder completare il suo prodigio: le opere si caricano di segni fluorescenti. Una vivace sinestesia visiva ben ancorata alla massa scolpita, dove la sbrigliata energia cromatica si scontra, rapida, sull’inerte opacità del supporto. La sintesi: recidere il legno dalla natura per restituirgli una nuova vita. L’osservatore è in piena fascinazione mentre alle sue spalle Pasquale Ciao, con sorriso ammiccante e i baffetti appuntiti, pensa dentro di sé alla collina disseminata di ulivi e, chissà, ad un altro futuro miracolo.  

 

 (recensione tratta dal materiale iconografico pubblicato nel catalogo della mostra: “Pasquale ciao, le radici e il mito. Magie e sculture”. Roma, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – 13 marzo, 13 aprile 2008. )

Pasquale Ciao (Eboli, 1954) Docente di Rilievo Plastico e Pittorico, scultore, fotografo e grafico.

Studio: via Mario Marsilia, 84025 Eboli (Sa)

www.pasqualeciao.com /  ciaopasquale@email.it   

 

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