same game, new rules
Magazine, formato A3, stampa getto d’inchiostro, carta da schizzo riciclata
some game, new rules
2009/2010/2011
Per “misurare” le community bisogna reinventarsi antropologi alla scoperta di popoli sconosciuti. Non serve l’oggettività degli indici ma la soggettività dell’etnografo esploratore. Nella mia ricerca ho scelto l’approccio “in prima persona” per indagare chat, forum, news group che ruotano intorno alla sessualità, molto diversi dai classici luoghi virtuali del pornografico. La scelta dell’osservazione partecipante ha fatto subito emergere alcuni interrogativi chiave rispetto alla relazione in chat: che identità si costruisce in rete? Che emozioni e vissuti si creano e quanto sono diversi da quelli off line? E ancora, l’interazione in rete è veramente “senza corpo” o costruisce una corporeità nuova, tutta da indagare e capire per chi si occupa di comunicare? Dall’osservazione partecipante è emerso con chiarezza che la chat line non è un banale nuovo strumento di comunicazione. È un nuovo luogo di relazione, che non ha analoghi nel passato e non ha equivalenti off line. È il luogo più originale del web, cioè la costruzione di una relazione intima tra pseudonimi (i nickname). Per queste sue caratteristiche, la chat costringe chi si occupa di comunicazione come noi a ripensare concetti e metodi del nostro lavoro. L’osservazione partecipante di decine di chat mi ha permesso di osservare che le dicotomie vero/falso e reale/virtuale non sono adeguate per descrivere e spiegare il mondo del chatter. L’identità virtuale ha una verità in sé che interagisce in modi complessi con l’identità off line. La chat diventa, in conclusione, uno straordinario laboratorio di identità che può offrire al comunicatore l’accesso alle fantasie, alle paure, ai bisogni che spesso “off line” è difficile cogliere e capire e che invece trovano espressione nella second life.