Aiace si suicida in presenza di Ulisse e Diomede. Mentre si suicida (si vede la spada che lo trafigge e il sangue che sgorga verso l'alto come una fontanella) Aiace bacia i piedi, o comunque li sfiora con le mani. i due eroi, incrociano le lance sopra di lui creando una specie di struttura architettonica, a triangolo, nella quale i due scudi innestano, a loro volta, un sistema di semicerchi, simmetrico, laterale.
Aiace si suicida per la vergogna di aver commesso, in preda ad una pazzia indottagli da Atena, una strage di pecore e montoni, scambiandoli per generali achei, allo stesso modo che don chisciotte con i mulini a vento.
Aiace non si uccide,comunque, per il dispiacere di aver ucciso questi animali ignari ed indifesi, ma per il disonore di aver preso un abbaglio simile.
Aiace pare non fosse molto intelligente, non è noto nella letteratura greca e neanche in quella romana, per la sua intelligenza. Però doveva avere una sua sensibilità molto sviluppata e si offendeva facilmente. La sensibilità, se non accompagnata da intelligenza, può produrre effetti molto devastanti.
La ragione della sua rabbia erano le armi di Achille, che lui voleva e che anche Odisseo voleva. Odisseo, invece, è noto nella letteretura greca, in quella romana e perisno italiana, proprio per la sua intelligenza. Entrambi volevano le armi di Achille, che era morto per mano di Patroclo. Le volevano come riconoscimento del loro proprio valore nell'operazione di recupero del corpo dell'eroe morto. Avevano un po' ragione tutt'e due, infatti, mentre Aiace roteando l'ascia teneva lontani i troiani, Odisseo prendeva il corpo di Achille e lo caricava sul carro per riportarlo al campo. Aiace in più aveva anche massacrato un Licio di nome Ippoloco e, sempre roteando l'ascia, aveva ferito sia Enea, che Paride, che erano comunque due eroi non da poco, quindi non era del tutto sbagliato che ambisse anche lui alle armi di Achlle. Probabilmente ci teneva. Aiace teneva molto alle armi, gli attribuiva un valore simbolico molto particolare. Infatti, non a caso, la spada con la quale si suicida, era quella di Ettore, a sua volta ucciso da lui. Pare che Ettore, prima di morire, gliel avesse proprio regalata, con intenzione.
Quindi, da questo, si capisce che Aiace fosse un po' fissato con le armi.
Ulisse invece, essendo un intellettuale o qualcosa del genere, avrebbe potuto passarci facilmente su, e lasciargliele per farlo contento. Ma quella volta, anche Ulisse, non si sa perché, non era disposto a cedere di un passo: voleva a tutti i costi le armi di Achille. Nessuno spiega perché quel giorno Ulisse fosse così tignoso, ma probabilmente una ragione ci sarà. Era la fine della guerra, erano tutti molto stanchi e avevano i nervi a fior di pelle. é normale che uno, quando è stanco, sia meno lucido e meno capace di lasciar correre. Infatti quel giorno Ulisse essendo di quell'umore lì, tignoso, non aveva voglia di lasciar correre, e siccome era più famoso di Aiace, tutti gli diedero ragione e le armi di Achille se le tenne lui.
L'unica cosa positiva è che dal sangue di Aiace, che sgorgava dalla sua schiena, nacque una pianta che portava sul fiore, impresse, le sue iniziali.