Vivi come ombre per giungere a questo azzurro prato, per una vita da afferrare nelle viscere delle nostre città, dove l’oscurità della Repubblica è già notte.
Vivi come fantasmi, con occhi troppo grandi e profondi per essere ascoltati.
Vivi come incubi che tendono le braccia, controcorrente, eternamente risospinti da onde troppo dure da abbattere.
Vivi come germogli, per questa terra già promessa che minuto dopo minuto indietreggia e muore.
Nati su di voi, arroganti proprietari sazi, senza occhi, senza braccia, senza orecchie.
Quanto siamo ancora vivi?
V.Garaffa