L'opera ."Nooooooooooooo", di Veturia Manni, realizzata in occasione della mostra dedicata ai diritti umani nel mondo: "Donne del Mondo" curata dall'ArchitettoMaria Cecilia Martinez Guerrero, che si terrà a Firenze il 10 luglio, presso la Fondazione JF Kennedy Onlus, progetto per la realizzazione di una scuola ad haiti.
A volte i grandi cambiamenti avvengono per mano di persone semplici che nulla sanno dei diritti umani, proprio come accadde a Franca Viola lLei
fu rapita (assieme al fratellino Mariano di 8 anni, subito rilasciato) da uno spasimante sempre respinto, Filippo Melodia, imparentato con la potente famiglia mafiosa dei Rimi, che agì con l'aiuto di dodici amici. La ragazza fu violentata e quindi segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese; fu liberata con un blitz dei carabinieri il 2 gennaio 1966.
Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l'onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimasta zitella, additata come "donna svergognata".
All'epoca, la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore", contratto tra l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.
Ma, contrariamente alle consuetudini del tempo, Franca Viola non accettò il matrimonio riparatore. Suo padre, contattato da emissari durante il rapimento, finse di acconsentire alle nozze, mentre con i carabinieri di Alcamo preparavano una trappola: infatti, quando rapitore e complici rientrarono in paese con la ragazza furono arrestati.
L'opera sarà poi venduta ed il ricavato andrà per la realizzazione di una scuola per i bambini di Haiti.
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