Sono tornata da poco da Berlino. La città che chi è appassionato d’arte e di un certo tipo di mondo un po’ underground sicuramente ama, o ha amato. Io infatti ci sono affezionata, l’ho anche vissuta ed era un po’ di tempo che non tornavo. Sono stata 3 giorni con Thomas Berra, e ogni volta ho sempre paura che Berlino mi deluda, perchè può stufare, per l’aria malinconica che trasemette, per il grigiore di sottofondo …
E invece Berlino ha sempre tante sorprese. E infatti abbiamo girato 3 giorni per Musei, dai classiconi come la Gemaldegalerie, in cui abbiam visto da Antonello da Messina a Botticelli, da Bosch a Rembrandt e così via. E poi il Aegyptisches Museum (Museo Egizio) dove non ero mai stata e dove, tra le varie cose, c’è il meraviglioso volto di Nefertiti. Poi l’Hamburger Bahnohf, l’ex stazione dei treni diventata uno dei musei d’arte contemporanea più belli al mondo, grazie anche alla collezione Marx, il collezionista tedesco che conobbe e comprò Warhol, Rauschenberg, Beuys, Twombly, Kiefer, Koons, Whiteread, Barney … dunque capolavori come il Mao gigante del ’63 di Warhol, o la serie dell’incidente in taxi, o una stanza tutta Kiefer con l’areoplano, un pannello lungo una parete con i vestiti in ferro e grandi tele, o ancora gli energici blocchi di cera di Joseph Beuys, il video con il coyote da addomesticare (I like America and America likes me), o le rotaie del tram …o ancora i palloni da basket perfettamente bilanciati all’interno di un’acuqario di Jeff Koons, e il video Creamaster di Matthew Barney …
Una visita al museo di fotografia C/O Berlin con la mostra di Larry Clarke, e le sue foto dei primi anni ’80 sul sesso e l’eroina a Tulsa, fino alle recenti sui ragazzi dei ghetti americani.
Poi varie passeggiate: la parte storica del muro in Friederichstrasse, Postdamer Platz, fino alla Neue Nationalgalerie, il museo che ha da Picasso a Pollock, con la mostra temporanea di paul McCarthy, the box: l’artista ha preso il suo studio e l’ha ricreato capovolto all’interno di una box di legno. E poi il Guggenheim di Berlino, sulla Under den Linden, con una bella mostra di Gabriel Orozco.
E poi il quartiere della memoria, dal museo di Libeskind, alla piazza dell’Holocaust Manmal di Peter Eisenmann.
E poi le differenze tra il Mitte, il quartiere delle gallerie, negozi e localini alla moda e Kreuzberg, la vera Berlino, quella del quartiere turco, ma anche degli artisti veri, dei murales, dei ponti e del fiume …
Ecco in poche parole e qualche immagine uno scorcio di una città non facile da vivere, ma sicuramente da vedere.