l’ARABA FENICE /// Marco BAGNOLI a BOBOLI

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Fino al 24 di agosto, all’interno della Limonaia del Giardino di Boboli, uno spazio di 106 metri di lunghezza noto anche come il Nuovo Stanzone per i Vasi, Marco Bagnoli (1949) crea un percorso di opere site specific con un forte richiamo alla storia passata, citando mitologie e simboli antichi attraverso forme di ombre e di luci. L’artista toscano crea un percorso interno ed esterno tra sculture, installazioni e un disegno di 90 metri raffigurante i Sette dormienti nella grotta, opera composta da circa 500 segni appesi al soffitto e realizzati in stoffa, gesso, pigmento rosso e foglia d’oro.

I lavori di Bagnoli hanno influenze antiche. Araba Fenice è un richiamo tematico al passato, ma con opere contemporanee, realizzate ad hoc per il Giardino fiorentino. L’artista unisce la bellezza delle forme a uno sguardo interiore (che il curatore della mostra, Sergio Risaliti, definisce “sincretismo di tipo formale e concettuale”). All’interno della limonaia, accanto ai “Dormienti”, opera dedicata alla Legenda Aurea, troviamo il Cane di Hermes poggiato a terra, una scultura concettuale che, attraverso elementi geometrici, forma il muso di un cane. Ai lati dello Stanzone si stagliano le opere Janua Coeli, due grandi parabole a specchio, in rame e bronzo, che riflettono le altre installazioni all’interno. Nella parte esterna e centrale del Giardino di Boboli compare la Mongolfiera, un’elegante scultura in 16 raggi a forma di perla, anch’essa accompagnata da un suo doppio, fatto di luce però, che riflette sulla parete della Limonaia. All’entrata, nel vano della porta, la “mandorla” mistica, Vescia Piscis, in resina e ceramica: un ovale dipinto in foglia d’oro, composto dall’intersezione di due cerchi, a rappresentare l’unione tra cielo e terra. Per Bagnoli “l’opera d’arte è sempre un miracolo”, proprio come l’apparizione dell’Araba Fenice, che rappresenta la fine e l’inizio di tutto, costituita dall’unione di tre sculture a formare la sagoma della figura mitica. Intorno ancora luci e ombre per creare un movimento continuo, quasi ipnotico. Importante l’accompagnamento musicale, in relazione con il luogo e con le opere, creato in parte dal violinista americano Michael Galasso, e alcune sonorità in collaborazione con Giuseppe Scali. All’interno della Limonaia anche un libro d’artista realizzato appositamente. (da Arte, Cairdo editore, agosto 2013).

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