Sull’onda lunga dell’entusiasmo per il serial Luke Cage (recensito qui), sono tornato a riflettere sulla mia saga supereroistica ambientata a Milano, Il Basilisco.
Cage ed Enea (il Basilisco) hanno diversi punti in comune, a partire dai poteri simili – che sono poi il “pacchetto base” di un supereroe senza troppi fronzoli: forza eccezionale e resistenza sovrumana.
Sono poi entrambi di estrazione proletaria. Cage è l’eroe dei neri di Harlem, noto a New York come ex lavapiatti di un night, mentre il Basilisco è un meccanico d’auto che vive nella periferia milanese.
Entrambi hanno un rapporto controverso con la polizia.
Entrambi – ancora una volta – hanno avuto un impatto assai variegato sulla popolazione dei loro quartieri. Molte persone li amano, non pochi li temono, altri li osteggiano.
E i mass media? Per qualche giornalista i vigilanti mascherati, come Cage e il mio Enea, sono appena un gradino sopra i gangster a cui danno la caccia. In fondo anche loro violano la legge, ponendosi sopra di essa.
Flavia di Gennaro con l’ebook “Noi siamo la Gente“.
Mi piace come ho caratterizzato il Basilisco.
La cosa più divertente è stata, libro dopo libro, immaginare l’impatto di uno come lui nella società milanese, a partire dal popolino, fino ad arrivare ai salotti buoni.
L’ultimo libro della trilogia, Noi siamo la Gente, è forse il mio romanzo più politico e impegnato. Non è un risultato che ho ottenuto subito, bensì in fase di scrittura. Avevo ben in mente la trama, ma le atmosfere e le sfumature, così come le avete lette, sono nate capitolo dopo capitolo.
Ne è saltato fuori una sorta di manifesto filosofico (sì, son paroloni, mandatemi liberamente affanculo): un vigilante mascherato, archetipo populista per definizione, può trovare la sua vera nemesi in un predicatore populista dichiarato.
Non necessariamente un criminale, o quantomeno non un criminale nella comune interpretazione di questa parola.
Un demagogo, un affabulatore, una persona in grado di manipolare il pensiero altrui, con o senza l’utilizzo di superpoteri. Spesso anche senza.
Tra l’altro un confronto del genere mette davvero a dura prova l’iconicità dell’eroe stesso. Un vigilante si pone, più o meno volontariamente, come difensore della “gente”, rifiutando l’intermediazione delle forze dell’ordine, della magistratura, della politica. Trovare qualcuno che, senza indossare una maschera o un costume, fa la stessa cosa, e magari la fa meglio, lo pone in difficoltà.
E pone in difficoltà anche il lettore meno superficiale.
Non sul fatto di chi tifare, sia chiaro. Si tifa per il buono (generalmente). Tuttavia sorgono dei dubbi: se troviamo disgustoso che un demagogo si reputi su un gradino morale superiore, affermando che nulla può fare da tramite tra le gente e chi la rappresenta, perché sosteniamo un vigilante, che fa la stessa cosa, scevra però dalla parte riguardante il proselitismo?
La vogliamo sparare grossa? Proviamoci. Perché Batman sì e Beppe Grillo no (e, sia inteso, per me Beppe Grillo è sempre e comunque NO)?
È una semplificazione, me ne rendo conto. Ma entrambi si presentano come l’unica cosa che si contrappone tra la brava gente onesta e il crimine, sia esso organizzato (Batman) o istituzionalizzato (Grillo).
Eppure, se siete miei lettori e non mi avete bannato da tempo dai vostri contatti, immagino che sarete dei fan dell’uomo-pipistrello e dei detrattori dell’uomo-ortottero (o quantomeno di ciò che il comico genovese incarna).
Ma non buttatela in politica. Il mio è solo un esempio. Spero si sia capito cosa intendo dire.
Risolviamo la faccenda con una domanda, tramite la quale passo a voi la parola: se a Milano comparisse un vigilante, magari uno come il Basilisco, quale sarebbe la vostra reazione? Fareste il tifo per lui? Se sì perché? E, soprattutto, come vi ponente attualmente nei confronti di un certo modo di fare politica?
(A.G. – Follow me on Twitter)
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