Il mutante e la Shoah

testamento

La memoria di un evento tragico come la Shoah si celebra anche attraverso media “giovani”, quali sono per esempio i fumetti, che permettono di intrecciare storie di fantasia a fatti storici drammatici e reali.
Molteplici sono i casi in cui il fumetto, anche quello supereroistico, è stato utilizzato in funzione memoriale e celebrativa. Ricavarne delle buone storie non è semplice come appare, perché il rischio di diventare eccessivamente didascalici o demagogici è dietro l’angolo. Così facendo si rischia di minare l’utilità di opere del genere, che funzionano quando riescono a veicolare il “messaggio” attraverso una buona storia, in grado di piacere anche a chi non cerca alcun significato morale dietro a un fumetto.
Non lo cerca ma lo trova comunque, se gli autori sono bravi.
Questo era – per restare a un esempio di casa nostra – il pregio dei migliori albi di Dylan Dog, quelli non troppo moralistici (non dichiaratamente), ma che arrivavano alla pancia del lettore.
La Marvel ha ottenuto uno dei suoi migliori risultati con X-Men: Magneto – Testamento.

La sfiducia che Magneto, leader mutante, prova per l’homo sapiens è motivata. Lui ha visto, ha sperimentato gli orrori di cui può essere capace l’ordinaria umanità. Una storia cominciata molti anni fa in Europa con una campagna d’odio contro i diversi. E che potrebbe ripetersi. Un’accurata ricostruzione storica, ci narra le origini di uno dei più popolari personaggi mutanti dell’Universo Marvel, seguendolo dal 1935 e passando attraverso l’ascesa del Nazismo, le leggi razziali e le Olimpiadi di Berlino, l’invasione della Polonia e il Ghetto di Varsavia, per finire con gli orrori dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Di Greg Pak e Carmine Giandomenico. (Fonte: Hoepli.it)

Le origini di Magneto, forse non tutti lo sanno o lo ricordano, sono proprio queste: tragiche e realistiche. Cresciuto tra i cadaveri, il lezzo dei corpi cremati, il disprezzo e la costante presenza della morte, della privazione (in primis della dignità).
Mai come in questo volume tali origini vengono esaminate e narrate, attraverso un’arco cronologico che va dal 1935 al 1945.

Testamento non aggiunge elementi nuovi né a quanto si sa a proposito dell’Olocausto, né alla biografia di Magneto. Il fatto è che, a mio parere, non era affatto proposito degli autori ottenere qualcosa del genere.
Al contrario, la graphic novel è un’ottima entry level per incuriosire il lettore ad approfondire l’argomento, specialmente se esso appartiene a una fascia d’età piuttosto bassa (ammettendo, per un momento, che i ragazzini siano ancora attirati dal media “fumetto”).

Volendo, Testamento ha anche un’interpretazione ancor più interessante. L’albo si presta infatti a spiegare come e perché il mutante Max Eisenhardt è diventato Magneto, il terribile flagello degli homo sapiens. Da questa storia si evince dunque un insegnamento semplice da apprendere: violenza genera violenza.
Sempre e comunque.

Se potete recuperate l’albo. Oltre a essere una delle graphic novel da collezione, almeno per quanto concerne la Marvel, è anche una storia da far leggere a vostro figlio, a vostro nipote, o magari a quell’ignorante del vostro amico, che crede che Magneto sia soltanto quello che ha visto nei film.

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(Articolo di Alex Girola – Seguimi su Twitter)

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