Bisteccone o spezzatino?

bistecca

No, non è un post culinario, anche se su questo blog abbiamo anche parlato di cibo e di ricette, in passato.
In realtà mi interessa sollevare una questione abbastanza discussa, soprattutto nell’ambito dell’editoria digitale – tra lettori e autori, ma anche tra lettori ed editori.
Ci siamo detti molte volte che il formato ebook è stato una vera e propria manna per il formato della storia medio breve. Racconti, novelette e novelle stanno conoscendo una nuova giovinezza, dopo aver vissuto anni molto bui. L’editoria tradizionale (cartacea) ha poco interesse nel pubblicare formati brevi. La difficoltà sta tutta nel trovare un prezzo adeguato, visto che le spese di produzione di un libro sono inevitabili, a dispetto del numero di pagine.
Nel digitale questo problema non esiste.
Infatti molti autori – me compreso – si sono specializzati nel formato intermedio.
C’è poi una seconda strategia di pubblicazione che ha preso piede: lo spezzatino.

Cosa intendo con questo termine?
Presto detto: vendere un romanzo più o meno autoconclusivo a puntate. Ovvero dividerlo in più ebook, al posto che metterlo in catalogo in un unico volume a prezzo pieno.

Tanto per non tirarmi indietro, vi confesso che è una soluzione che mi capita spesso di adottare.
Prendete per esempio la saga de La Lancia di Marte. Si tratta di quattro ebook, i primi tre di formato medio, ciascuno venduto a 0,99 euro. Il quarto e conclusivo, Tiamat, è un romanzo vero e proprio (172 pagine), disponibile al prezzo di 1,99 euro.
La Lancia di Marte è un ciclo narrativo distopico/urban fantasy, che potrebbe anche essere condensato in un unico ebook. Se così avessi fatto, ne sarebbe nato un volume sulle 300 pagine, che avrei dovuto necessariamente vendere ad almeno 3 euro (diffidate da chi vende romanzi a 0,99 euro, a meno che si tratti di periodi promozionali).
Anzi, 3 euro sarebbero stati comunque pochi, visto che per completare questa storia ho impiegato due anni e mezzo, ma un prezzo superiore ne avrebbe limitato l’appeal agli occhi degli acquirenti. Anyway…

Il lettore sarebbe stato avvantaggiato da quest’alternativa?
Sì e no.
Sì, perché avrebbe risparmiato qualche euro (1 o 2) di spesa totale.
No, perché avrebbe dovuto acquistare il “monoblocco”, senza sapere se la storia in questione faceva davvero al caso suo.
Al contrario, optando per lo spezzatino, il lettore può “assaggiare” il volume 1, Agonalia, al prezzo di un caffè. Da lì può quindi decidere se proseguire nell’acquisto o se lasciare perdere.

spezzatino

A volte capita che qualche lettore si lamenti per questo formato. Questi preferiscono il “bisteccone”, da mangiare tutto e subito. Non è una scelta sbagliata, anzi, è del tutto lecita.
Altri apprezzano lo spezzatino, anche perché ricorda un po’ – come già detto in passato – le uscite dell’amato fumetto di fiducia, in edicola o nelle librerie specializzate.

Al momento sto provando di nuovo a serializzare alcuni miei racconti. L’ho fatto con Miss Atonement, di cui ho pubblicato il primo volume, su tre previsti, e lo farò con il Basilisco, che avrà il medesimo progetto dell’opera (tre racconti di 15.000-25.000 parole l’uno).
Del resto si tratta di storie di 2MM, che trovo particolarmente adatte allo spezzatino.

Concludo ricordando che alcuni editori italiani hanno provato a fare la medesima cosa anche nel cartaceo.
In Italia Mondadori ha spezzettato i romanzi della nota saga di George R. R. Martin, ricavando due volumi per ciascun singolo volume dell’edizione originale in inglese.
Il che vuol dire che, un libro originariamente venduto a circa 25 euro in America, in Italia è acquistabile unicamente in due volumi da circa 18 euro l’uno. Anni dopo sono arrivate le versione economiche, ma questa è un’altra storia.
Come vedete c’è una certa differenza tra lo spezzatino digitale e quello cartaceo…

game of thrones


(A.G. – Follow me on Twitter)

Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment

Archiviato in:libri, riflessioni, Senza categoria

Informazioni su 'Alessandro Girola'