“Charlie, possiamo giocare?”. È questo il punto di partenza di un vero fenomeno virale basato su una sorta di gioco esoterico che prevede l’evocazione di uno spirito bambino (anche se alcuni lo definiscono un demone), Charlie per l’appunto, che trae le proprie origini da un più complesso rituale tradizionale messicano per bambini. Migliaia di utenti, per lo più giovanissimi, hanno twittato la loro personale versione di quello che viene anche chiamato “Il gioco della Matita”, ma in versione soprannaturale. (Fonte: Corriere.it)
Questa notizia l’ho trovata settimana scorsa grazie a Twitter. Pubblicata come una curiosità, ha trovato molte condivisioni sui social, anche perché il soprannaturale ha da sempre il potere di solleticare parecchie attenzioni, sia tra chi ci crede che tra gli scettici più duri e critici.
Anche quando io ero adolescente c’era già chi si improvvisava medium e giocava con delle tavole Ouija fatte in casa. Non ci vuole granché a fabbricarne una versione di fortuna: basta un foglio di carta in formato A4 e un bicchiere di plastica.
Io non ho mai fatto esperimenti in tal senso. Appartengo al partito “non ci credo ma nel dubbio evito guai”.
Questa filosofia mi ha anche evitato di partecipare a sedute spiritiche e ad altre bizzarrie del genere.
A quei tempi avevo però un amico, un tipo molto pragmatico e assai poco incline a lasciarsi condizionare da faccende esoteriche e metafisiche, che si fece coinvolgere in un esperimento con una tavola Ouija.
Il giorno dopo questa bravata lo trovai alla porta di casa mia, in lacrime e con una bizzarra storia da raccontare. Essa parlava di uno spirito dal nome latino che si era manifestato durante la seduta, minacciandoli di portarli nell’aldilà con lui.
Suggestione? Scherzo da parte da uno dei partecipanti all’esperimento? Tutto è possibile. Io però ricordo ancora oggi (sono passati 22/23 anni) lo sguardo terrorizzato del mio amico.
La nota curiosa (oddio, direi piuttosto inquietante) è che la bravata fu organizzata in un parco giochi confinante con la zona vecchia del camposanto del mio paese.
La scienza spiega le manifestazioni medianiche evocate dalle Ouija e da rituali simili – per esempio quello messicano di Charlie – con la teoria dell’effetto ideomotorio, ossia un movimento umano inconscio suggerito dalla psiche. Un eventuale esperimento Oujia più credibile sarebbe quello effettuato a occhi bendati (senza vedere la disposizione delle lettere sulla tavola), a patto di ottenere risposte sensate. Cosa che non mi risulta sia accaduta, anche se sicuramente ci saranno decine e decine di spiritisti pronti a giurare l’esatto contrario.
La Chiesa, da sempre attenta ai fenomeni legati all’occultismo dilettantesco, sconsiglia di improvvisarsi medium e di lanciarsi in tali sedute. Secondo gli esorcisti è più facile evocare uno spirito infernale che non l’anima di un defunto. Inoltre, così dicono gli esperti di diavoli e demoni del Vaticano, una volta aperta una “finestra” è sempre piuttosto complicato chiuderla.
Anche nel caso del Charlie Challenge ci sono state le medesime raccomandazioni da parte di un esorcista di Philadelphia. Il che fa molto Hollywood e anche un po’ caccia alle streghe, però, mah… dà anche un poco da pensare, soprattutto se lasciate un minimo spiraglio al trascendentale, nelle vostre vite.
E voi, avete mai provato a fare qualcosa del genere?
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