I quattro Arcangeli dimenticati

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Da sempre provo una grande fascinazione per le figure degli angeli, in tutte le loro gerarchie, note e meno note – Troni, Cherubini, Principati eccetera eccetera.
Strano a dirsi per un non credente come me, ma è così. Se la principale funzione degli angeli è quella di essere il tramite tra il divino e l’umano, essere in qualche modo attratti da loro, senza però credere nel “boss” che li comanda, è quasi blasfemo.
Va da sé che anche gli angeli, come molte altre figure venerate nel cristianesimo, sono in parte presi in prestito dal paganesimo. Guardate per esempio San Michele: in molti casi la sua venerazione èandata a sovrapporsi a quella di Wotan/Odino. Del resto è così che si conquistavano i fedeli tra le popolazioni originariamente non cristiane.
Ma non voglio rifilarvi una lunga dissertazione sugli angeli, sulla loro natura e sui culti che li venerano. Potrebbe essere interessante (ditemelo voi), ma richiederebbe un articolo lunghissimo, magari un ebook intero.
Oggi mi occuperò invece di quattro dei sette più importanti Arcangeli.
Perché voi, a parte Michele, Gabriele e Raffaele, quali altri conoscete?

Forse i più bravi di voi avranno qualche nozione su Uriele/Uriele, il più noto tra i quattro “dimenticati”.
Questo perché il culto di Uriele fu in parte riabilitato, dopo la decisione del Concilio di Laodicea del 360, e quella del Concilio di Roma del 745.
Ma cosa avvenne durante questi importanti sinodi? Semplice: si proibì la venerazione, l’evocazione e l’impropria venerazione di tutti gli Arcangeli, tranne Michele, Gabriele e Raffaele.

uriele

Il motivo di tale bando va ricondotto al gran proliferare di occultisti e maghi che, nei primi secoli del cristianesimo, utilizzarono i potenti nomi degli angeli e degli Arcangeli in rituali a scopo personale, che avevano ben poco a spartire con a celebrazione della gloria del Signore.
Attingendo a testi apocrifi, alla cabala e ad antichi libri di magia – gli stessi in cui veniva spiegata la correlazione tra gli angeli biblici e diverse creature delle religioni pagane – i maghi avevano identificato quasi 300 Arcangeli. I sortilegi che li riguardavano erano ormai troppi e la simonia dilagava.
Per questo i già citati concili decisero di mettere un freno all’abuso della magia legata ai messi celesti.
Da quel momento in poi chi violava le nuove disposizioni era tacciabile di eresia e punibile con la scomunica (in alcuni casi anche con la morte). Anche i rabbini ebrei adottarono dei provvedimenti simili, al fine di “non disturbare impunemente gli angeli” che, secondo la loro interpretazione delle scritture, rispondevano sempre alle invocazioni umane.

A patire le conseguenze di tali decisioni furono anche quattro dei sette Arcangeli maggiori.
I sette Principi (così vengono spesso citati nella Bibbia), vennero di fatti ridotti a tre. Degli altri vennero addirittura cancellate molte immagini nei luoghi di culto, in una sorta di iconoclastia mal interpretata. Essa era stata concepita per proteggere l’integrità degli Arcangeli, ma finì per annullare anche alcuni tra i più potenti di loro.

Dei quattro Principi “bannati”, Uriel è quello che subì la damnatio memoriae in parte minore. Questo perché era venerato dalla chiesa copta e da quella ortodossa egiziana, che non pensarono minimamente di rinunciare al loro potente protettore per accogliere le decisioni dei sinodi.

barachielArcangelo Barachiele

Fu soltanto parecchi secoli più tardi che il mondo tornò a conoscere anche gli altri Principi. Questo grazie alla riscoperta di alcuni affreschi paleo-cristiani sfuggiti alla furia iconoclasta del 600-700.
Siamo attorno al 1500 quando in una chiesa palermitana viene restaurato proprio uno di questi dipinti, forse il più importante. Esso ha il merito non indifferente di raffigurare tutti e sette i Principi celesti, la loro storia, le loro attribuzioni e – per così dire – i loro poteri.

Michele, il cui nome significa “Chi è come Dio?”, il vittorioso comandante delle legioni celesti.
Gabriele, “Dio è Potente”, il messaggero per antonomasia, rappresentato con una torcia e uno specchio.
Raffaele, “Dio guarisce”, che ha con sé unguenti e medicinali.
Uriele, “Dio infiamma”, simile a Michele negli armamenti (porta con sé spada e fiamme).
Barachiele, “Benedizione di Dio”, che distribuisce rose, metafora delle grazie celesti.
Geudiele, “Lode di Dio”, che ha con sé una corona, ma anche una frusta.
Sealtiele, “Dio comunica”, l’orante divino per eccellenza, raccolto in mistica preghiera.

geudieleArcangelo Geudiele (Jeudiel)

Da allora i sette Principi sono tornati a comparire in dipinti, mosaici e raffigurazioni sacre, anche se la Chiesa è stata molto cauta nel riabilitare i loro nomi, tanto che la cosa non è mai stata realmente ufficializzata.
Nelle preghiere è dunque opportuno continuare a evocare Michele, Gabriele e Raffaele, omettendo gli altri.
Cosa che però molti non fanno, ora che non sono più passibili di scomunica.

Esistono poi molti Arcangeli per così dire “minori”, o intermedi, ma i loro nomi sono noti solo ai teologi, agli angelologi e agli occultisti.
Tuttavia questa è un’altra storia e magari ve racconterò, prima o poi.

“Oh Signore che creasti gli Angeli e Arcangeli affinché ti servissero e adorassero, e hai dato loro la missione di proteggerci e aiutarci a compiere la Tua volontà, fai che non ci manchi mai la loro protezione, consolazione e il loro aiuto. Allontana con la loro presenza le insidie del nemico e la presenza del maligno. Santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele, Uriel, Sealtiel, Jehudiel e Barachiel pregate per me. Amen”. (Preghiera incisa sull’altare della cattedrale di Città del Messico)

sealtielArcangelo Sealtiele


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