Scrivendo e progettando le avventure dei Venatores, la mia nuova saga fantasy, mi sto documentando su tutti quei luoghi che nel 1500 (periodo in cui sono ambientati i racconti) dovevano apparire, soprattutto agli occhi degli europei, esotici,misteriosi e abitati da creature mostruose.
Questo lavoro mi serve per accennare ai tanti viaggi compiuti dai cacciatori di “stranezze”, comandati dal capitano di ventura Argalia Malaspina. I racconti partono infatti da una situazione già consolidata, coi Venatores che sono esperti e veterani di questa strana attività. Ricostruire la loro identità attraverso piccoli flashback e artifici narrativi mi serve per tratteggiare al meglio la loro storia.
Proprio attraverso tale documentazione mi capita di scoprire cose meravigliose, che probabilmente non avrei mai scoperto in maniera convenzionale.
Cercando notizie sulla Cappadocia, dove gli uomini di Argalia tempo fa hanno catturato una manticora, sono per esempio venuto a conoscenza della città sotterranea di Derinkuyu.
Questo straordinario sito archeologico è stato scoperto nel 1963, durante dei lavori di rinnovamento urbano nella città di Derinkuyu, in Cappadocia (Turchia orientale). Effettuando degli scavi gli operai hanno trovato l’ingresso a una grotta sotterranea molto antica. Gli esperti, chiamati a indagare su di essa, hanno liberato il passaggio, scoprendo che la grotta non era altro che il principio di un tunnel artificiale che conduce a una vera e propria città sotterranea, situata circa 85 metri sotto il livello della moderna Derinkuyu.
Questo complesso si è rivelato più che sorprendente.
Organizzato su ben tredici piani, dotato di pozzi di ventilazione e di quindicimila bocchette per il ricambio dell’aria tra i vari settori, nonché capace di ospitare fino a 20.000 persone.
Tra le varie stanze ne sono state individuate alcune utilizzate come magazzini, altre adibite a templi, altre ancora a stalle per chissà quali bestie. I livelli più bassi erano invece adibiti al sostentamento vero e proprio, con tanto di cucine, botteghe alimentari, cantine per vino e olio, enormi saloni da pranzo.
La città sfruttava un fiume sotterraneo, sopra il quale erano stati scavati pozzi e canali di vario utilizzo.
Un’opera ingegneristica di livello sopraffino, soprattutto considerando che, secondo gli archeologi, sarebbe stata costruita attorno all’800 a.C.
Probabilmente la città è di origine Frigia. I Frigi, di origine indoeuropea, erano gli antenati dei Macedoni e dei Traci. Secondo alcuni storici essi derivavano da alcune famiglie di Troiani, in fuga dalle rovine della loro città, saccheggiata dai Greci. Ipotesi non improbabile, visto che Troia era situata all’entrata dell’Ellesponto, sempre in Turchia.
Ci sono poche tracce dei Frigi, ma sono state sufficienti per determinare che si trattava di un popolo guerriero e nomade, adoratori di Kubila (Cibele) e Mazeus (Zeus). Grandi allevatori di cavalli e ottimi artigiani.
Ovviamente esistono varie teorie “eretiche” riguardo alle vere origini di Derikuyu, che tirano in ballo gli astronauti preistorici e altri noti cliché del complottismo. Non li prenderò in considerazione in questo articolo, che infatti contiene solo dati e informazioni reali, scientificamente rilevanti.
Per quel che mi riguarda Derikuyu è soprattutto un ottimo luogo in cui ambientare un racconto.
Vedi mai che i miei Venatores…
PS: Se nel mentre volete saperne di più, vi ricordo che il primo volume della saga è in pre-order su Amazon, al prezzo di lancio di 1,49 euro.
PPS: So che ne siete già al corrente, ma non potevo esimermi dallo spam finale :P
- – -
(A.G. – Follow me on Twitter)
Segui la pagina Facebook di Plutonia Experiment
Archiviato in:misteri, scrittura