Claudio Costa |
Negli ultimi tempi, si è finalmente riaccesa l'attenzione per uno degli artisti più intelligenti e raffinati della scena artistica italiana: Claudio Costa (1942-1995).
Raffinato certo più nel pensiero più che nell'estetica,
è stato una eccellenza nel campo del contemporaneo.
Frequentando fin da adolescente la famiglia dell'artista, oggi eredi e detentori dell'Archivio Claudio Costa, ho sempre avuto nei confronti di questo protagonista della scena culturale, una sorta di ammirazione che va ben oltre l'interesse professionale.
Ora sono ben lieto di comunicarvi l'inaugurazione di una sua personale, dal taglio decisamente antologico, "l´alfabeto del cuore e della mente”, che si inaugurerà a Milano,
il prossimo 29 aprile, presso la Galleria Artevalori
Claudio Costa, che vanta un curriculum di eccezionale importanza, ha vissuto l'ambiente dell'arte degli anni '60-'70 e '80 partecipando alle manifestazioni più importanti del settore: da Documenta di Kassel alla Biennale di Venezia. Osannato dalla critica di tutto il mondo, snobbato per anni dal mercato è finalmente stato riscoperto dal collezionismo più attento e qualificato, anche se le quotazioni di mercato sono pressochè vicine a quelle di un qualsiasi giovane artista emergente.
Alfabeto del cuore e del cervello, 1995 cm 52x146 |
Comunicato Stampa
La galleria Artevalori, in collaborazione con Archivio Claudio costa a cura degli eredi, è lieta di presentare “ L´alfabeto del cuore e della mente”, retrospettiva dedicata a Claudio Costa Promotore e artefice dell’arte antropologica alla quale approdò dopo un periodo iniziale legato al movimento delle “Mitologie Individuali“ che si caratterizzava dal desiderio di uscire dal presente per realizzare una nuova immagine del mondo.
La sua arte lo porta ad approfondire i riti e i miti delle popolazioni primitive, (arte Africana e Maori della Nuova Zelanda), il suo racconto è espresso come forza primordiale, fonte di realtà incontaminata con la quale confrontarsi. I suoi soggetti non sono né freddi né asettici ma raccontati portando con sé “ anima e pelle” come egli stesso scrisse. Continuando con le sue parole:“ l’arte è in grado di fornire il passaggio con il quale si possono liberare gli stati nascenti e puri dell’essere, vicini alle radici della commozione e della meraviglia.
Acqua, miele, cera, vetro, argilla, legno, ottone, piume, ruggine, colla di lepre, ossa, gusci di testuggine, minerali,spago, bucrani, feticci, utensili agricoli:Il rapporto di Claudio Costa con la natura è un processo di trasformazione della materia in concetto, un azzardo che trova negli elementi naturali l’alleato principe per contestualizzare o viceversa decontestualizzare l´ opera d´arte. La manipolazione della materia, da reperto ad oggetto scartato si arricchisce, diventando didascalia antropomorfa e comparendo all’improvviso come un´ epifania dell´ essere.
La distinzione tra la il reale e la magia è limitata da un sottile filo trasparente che quasi avesse un campanello attaccato e suonasse se si oltrepassa il confine ci impone una scelta.
L’ Energia che si coglie è frutto di un continuo movimento nascosto che gli ingredienti del fare mimetizzano sapientemente, innescando una fermentazione che da´ all´ oggetto un´ elevazione contenutistica e di rivalutazione “nobile”, creando dei flussi alchemici tipici di un trattamento sciamanico che ha nei simboli il messaggio chiave propiziatorio o catartico.
La sua arte lo porta ad approfondire i riti e i miti delle popolazioni primitive, (arte Africana e Maori della Nuova Zelanda), il suo racconto è espresso come forza primordiale, fonte di realtà incontaminata con la quale confrontarsi. I suoi soggetti non sono né freddi né asettici ma raccontati portando con sé “ anima e pelle” come egli stesso scrisse. Continuando con le sue parole:“ l’arte è in grado di fornire il passaggio con il quale si possono liberare gli stati nascenti e puri dell’essere, vicini alle radici della commozione e della meraviglia.
Acqua, miele, cera, vetro, argilla, legno, ottone, piume, ruggine, colla di lepre, ossa, gusci di testuggine, minerali,spago, bucrani, feticci, utensili agricoli:Il rapporto di Claudio Costa con la natura è un processo di trasformazione della materia in concetto, un azzardo che trova negli elementi naturali l’alleato principe per contestualizzare o viceversa decontestualizzare l´ opera d´arte. La manipolazione della materia, da reperto ad oggetto scartato si arricchisce, diventando didascalia antropomorfa e comparendo all’improvviso come un´ epifania dell´ essere.
La distinzione tra la il reale e la magia è limitata da un sottile filo trasparente che quasi avesse un campanello attaccato e suonasse se si oltrepassa il confine ci impone una scelta.
L’ Energia che si coglie è frutto di un continuo movimento nascosto che gli ingredienti del fare mimetizzano sapientemente, innescando una fermentazione che da´ all´ oggetto un´ elevazione contenutistica e di rivalutazione “nobile”, creando dei flussi alchemici tipici di un trattamento sciamanico che ha nei simboli il messaggio chiave propiziatorio o catartico.
inagurazione: Mercoledi´ 29 Aprile 2015 ore 18:00
Orari mostra : martedì / venerdì
10:00 – 13:00 / 14:00 – 19:00
sabato 15:00 – 19:00 e su appuntamento
Orari mostra : martedì / venerdì
10:00 – 13:00 / 14:00 – 19:00
sabato 15:00 – 19:00 e su appuntamento