Quando il pubblicitario rimuove Koons.

 

 

Quando il pubblicitario rimuove Koons.

Un ufficiale giudiziario,mandato al Pompidou di Parigi, ha scattato diverse foto, il suo compito era verificare l'autenticità di un'opera dell'artista statunitense Jeff Koons, protagonista della retrospettiva  nel museo parigino. 

Tra un centinaio di sculture e dipinti ormai celebri di Koons, tutti esposti in ordine cronologico, molto spazio è dato alle sue opere datate anni Ottanta. .

L'opera incriminata "Fait d'hiver", ha fatto insospettire un pubblicitario, Franck Davidovici che ha definito quel lavoro di Koons troppo simile a una sua pubblicità, realizzata nel 1985 per un noto marchio di abbigliamento (Naf Naf).

Koons ha creato l'opera accusata di plagio, che raffigura un maiale con un botticella intorno al collo mentre si avvicina a una donna distesa in mezzo alla neve, nel 1988.

La risposta del Presidente del Pompidou Alain Seban, non ha tardato ad arrivare: "Non è la prima volta che succede, in questo caso si tratta di una serie di lavori degli anni Ottanta, intitolata 'Banality', che si fonda proprio su oggetti acquistati nel commercio o immagini che vengono dalla pubblicità o dai giornali. L'appropriazione dell'immagine è un approccio artistico fondamentale del ventesimo secolo. Ci sono molti artisti che lavorano con immagini trovate sul web. Credo che sia importante che questa forma d'arte possa continuare ad esistere".

L'opera di Jeff Koons è stata rimossa, giustamente, dalla retrospettiva.

L'opera rimossa, è stata battuta all'asta da Christies a New York per circa tre milioni di euro nel 2007.

Concludo questa storia schierandomi totalmente a favore del pubblicitario.

L'arte è un linguaggio, quello della pubblicità un altro, che si alimenti un mercato farlocco su un linguaggio che saccheggia un altro per alimentare un mercato è evidentemente una involuzione di una ricerca linguistica (quella dell'artista) che non può fermarsi a saccheggiare il mercato delle immagini mediatiche, come fossero ready-made da contestualizzare,  per gonfiare un mercato privato ed elitario molto meno etico di quello in cui opera il professionista pubblicitario.

Pubblicitari di tutti il mondo, riscrivete la storia dell'arte e riconsegnate in questa maniera la nobilità del linguaggio artistico agli artisti che vi scopiazzano.

Mimmo Di Caterino

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