Dampyr, il Vecchio Flint e gli spettri di ghiaccio

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Non troppo tempo fa un amico mi faceva notare che nei paesi dotati di ottimi mezzi pubblici si legge di più.
Non so se è vero (probabilmente sì), ma posso dirvi, dal canto mio, che viaggiando in treno e in aereo trovo sempre la concentrazione necessaria per leggere. Spesso e volentieri più che a casa, dove le distrazioni sono molteplici.
In aereo poi, complice il fatto di essere giocoforza offline, la lettura diventa davvero immersiva.
Tutto questo preambolo per parlarvi brevemente delle tre recenti letture fatte in volo.
Un ebook (racconto), un racconto cartaceo e un fumetto.

Speciale Dampyr n° 12: Le Porte dell’Inferno

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Gerione, Caronte, Lucifero, i gironi infernali e i dannati sottoposti a orribili pene… Sulle orme di Dante e di Virgilio, anche i nostri eroi oltrepassano la soglia dell’eterna dannazione. E, davanti a quegli orrori, stanno davvero per lasciare ogni speranza. Tuttavia, Harlan e Kurjak ancora una volta si dimostrano indomabili. Soffriranno pene, morti e torture, supereranno l’Acheronte e lo Stige, fino a raggiungere il lago ghiacciato sul fondo dell’abisso infernale. Ma poi… Come faranno a riveder le stelle?…

Leggo Dampyr molto raramente.
Come tutti i personaggi seriali della Bonelli mi è venuto tremendamente a noia, dopo un paio di stagioni in cui è stato il mio fumetto preferito.
Tuttavia sulla bontà di alcune storie di Dampyr non ci piove, soprattutto a livello di documentazione e di background.
Questo special, Le Porte dell’Inferno, è un’attualizzazione dell’Inferno di Dante, tramite una trovata narrativa un po’ esagerata, ma molto interessante.
La storia non è di quelle esageratamente azzeccate (contiene almeno un paio di grandi momenti “WTF”), ma i disegni dell’aldilà, realizzati da Fabrizio Longo, valgono davvero l’acquisto. Dire che li ho trovati straordinari è poco.
Tra l’altro è un albo usufruibile anche da chi sa a malapena chi è Dampyr.
Fateci un pensiero, se siete appassionati dell’Alighieri, come il sottoscritto.

Vecchio Flint

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Il Vecchio Flint si sveglia una volta all’anno per un mese. In quel breve lasso di tempo, Mattia lavora per Romeo, la cui famiglia dà la caccia all’essere da quasi cinquant’anni.
Ma questa volta la creatura si sveglia in autunno, quando le giornate sono più corte, e la nebbia della Bassa Modenese può diventare un nemico di Mattia, e un alleato di Flint.

Marco Siena non è nuovo, su questo blog.
Lo scrittore modenese lega il suo nome a un horror fortemente “puro”, qualcosa a metà tra le atmosfere di John Connolly (lo ripeto sempre, e non a caso) e quelle di un serial come True Detective, ma con l’aggiunta del famigerato “elemento fantastico”.
Vecchio Flint è il suo nuovo racconto.
Siamo sempre dalle parti della Bassa, ma potremmo anche essere in uno degli stati del sud degli USA, o magari nelle campagne scozzesi. Perché certi orrori ancestrali sono “apolidi”, e si adattano a molteplici ambientazioni. Marco è bravissimo a far trasparire questo fattore, e a scrivere una storia di vampiri, senza usare zanne, crocefissi, splatter o tette.
Una lettura consigliata. Potete prenderlo qui.

Spettri di Ghiaccio

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Lyubov Orlova era una famosissima cantante ed attrice sovietica, un’autentica star nei paesi dell’ex Patto di Varsavia e a lei venne dedicata un’imponente nave da crociera, costruita per solcare i mari più freddi del pianeta. Dopo numerosi anni di servizio e in seguito al fallimento della compagnia alla quale apparteneva però, la Lyubov Orlova venne destinata allo smantellamento.
Ma proprio durante quello che doveva essere il suo ultimo viaggio, accade qualcosa di strano e di totalmente inspiegabile e questo colosso dell’acqua va alla deriva, sparendo completamente dai radar.
Nascono così terribili leggende che passano di bocca in bocca, da porto a porto, e trasformano immediatamente la nave russa nel classico vascello fantasma di tanti racconti dell’orrore. C’è addirittura chi giura di avervi visto a bordo un’infernale orda di ratti giganti mangiauomini… Ma c’è qualcosa di vero sul conto della Lyubov Orlova o si tratta solo di “bufale” marinare? E infine, perché all’improvviso c’è qualcuno disposto a tutto pur di recuperarla?

Curiosa la scelta della collana Miskatonic: pubblicare racconti brevi, a prezzo ovviamente contenuto, nel solo formato cartaceo.
Spettri di Ghiaccio, di Maico Morellini, fa parte proprio di questa collana (se volete lo trovate qui). È un bel racconto dell’orrore, di quelli vecchio stile. Non a caso l’autore dichiara di aver voluto omaggiare William H. Hodgson.
La storia si legge in fretta e funziona anche grazie al suo formato ridotto – con buona pace di chi dice che la narrativa breve non è adatta a costruire certe atmosfere.
Per chi, come me, ama le storie del brivido ambientate in mare, tra navi fantasma e leggende di marinai, Spettri di Ghiaccio si rivelerà un’ottima lettura.
Apprezzabile poi il ritorno a un horror più concettuale e suggerito che non fatto di solo splatter. Genere, questo secondo, che è poco congeniale ai miei gusti.


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