Questo articolo non è farina del mio sacco, bensì è una traduzione/riassunto dell’ottimo post di Frank Jacobs, The Geography of Genius.
Jacobs ha fatto un buon lavoro statistico, traducendo in pratiche cartine geografiche lo sviluppo demografico di persone rilevanti nel campo di arte, cultura e letteratura, a partire dal 1400 fino ad arrivare al 1850.
Il risultato è fantastico, sebbene non sorprendente. Grazie a una serie di semplici ed esplicative infografiche, si scopre che, da fine medioevo in poi, il “bacino” della genialità si è spostato dall’Italia (per anni vera e propria fucina di innovatori e artisti) ai paesi nordici, Gran Bretagna in primis.
Il 1800 è stato il secolo in cui si sono affermati nuovi centri intellettuali, già in fase di germinazione da diversi decenni. Parlo (come vedrete dalle cartine) di paesi dell’Europa centrale, Francia settentrionale, Paesi Bassi e Germania su di tutti.
La concentrazione geografica dei geni
Inutile riproporre le medesime considerazioni che Jacobs fa già nel suo articolo.
Mi limito dunque a spendere qualche parola, a commento di questo articolo.
Bisogna premettere che la concentrazione di persone in grado di contribuire in senso notevole allo sviluppo di arti e scienze è correlato al benessere economico dei tanti paesi presi in considerazione. Laddove c’è più istruzione, ci sono anche più probabilità che dei potenziali “geni” abbiano un percorso tale da portarli a operare ad alti livelli.
In questo senso l’Italia è stata per secoli avvantaggiata, visto che tutto il Rinascimento è partito dallo Stivale. Tra mecenati, corti illuminate e potenze locali aperte a scambi interculturali con buona parte del mondo conosciuto (penso, per esempio, a Venezia e a Genova), artisti e scienziati italiani hanno avuto il terreno ideale per sviluppare i loro studi.
Curioso anche notare come il predominio sull’evoluzione della scienza si sia progressivamente spostato dapprima verso l’Inghilterra, quindi anche in centro Europa, abbandonando del tutto (o quasi) il bacino Mediterraneo.
Cartine alla mano, si nota come nell’Ottocento erano ben altri i poli scientifici del Vecchio Continente: oltre a Londra vale la pena citare Vienna, Parigi e Berlino.
Non che in altri campi l’Italia sia riuscita a mantenere qualche primato, se non forse nella musica e in campo letterario (ma solo nel nord).
Dalla seconda metà dell’Ottocento in poi sappiamo come sono andate le cose, con gli assi intellettuali che si sono spostati oltre oceano, in parte anche verso l’ex Unione Sovietica, per poi tornare lentamente in Asia, che in tempi remoti è stata una zona ad altissima densità di arte, scienza e cultura.
E il futuro, verso che direzione muoverà?
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