1984.
Timmy Graco e i suoi migliori amici, Barry Smetzler e Doug Keiser, sono tre dodicenni che si apprestano a vivere quella che sarà l’estate più intensa della loro vita. Hanno anche una “base segreta”, ossia un nascondiglio ricavato nei pressi del cimitero del paese, di cui è custode il padre di Barry, un pericoloso ubriacone. Qui passano il tempo tra fumetti, soldatini e primi discorsi sulle ragazze e sulla sessualità.
Eppure qualcosa sembra turbare la placida estate del piccolo sobborgo di Baltimora in cui vivono i tre amici. Dapprima si tratta della scomparsa di una coppietta di liceali, il cui destino getta più di un’ombra sulla quiete della comunità. Nel mentre il cimitero subisce dei bizzarri smottamenti che fanno sprofondare alcune tombe nel sottosuolo.
Timmy, Barry e Doug sono anche presi dai loro guai personali. Il nonno di Timmy è morto da poco, mentre Barry e Doug subiscono abusi dai loro genitori. Eppure presto si accorgeranno che un male più grande incombe su tutti loro, e la sua natura è antica, ultraterrena e disgustosa…
Commento
Vi ripropongo questa recensione, pubblicata sul mio vecchio blog nel 2011 (è passata una vita, me ne rendo conto). Lo faccio dopo aver visto l’ottimo serial prodotto da Netflix, Stranger Things, riguardo al quale vi consiglio di leggere l’esaustivo post di Lucia Patrizi.
Gli anni ’80 (e in parte minore i ’90) continuano a proiettare il loro fascino su un’intera generazione di nostalgici. Furberie a parte, è possibile distillare il meglio di quel periodo storico, in cui la fantasia e l’immaginario erano al top. Prodotti come Stranger Things e Ghoul fanno esattamente questo, provando al contempo a piacere anche ai lettori più giovani, e non solo ai quarantenni “invecchiati bene”.
Premesso ciò, ecco la mia recensione del romanzo del sempre bravo Brian Keene.
Una scena dalla trasposizione cinematografica di “Ghoul”.
Ghoul sta a Keene come It sta a King e L’estate della paura a Simmons.
Definiamolo quindi un romanzo di formazione in salsa horror, genere che a me non spiace affatto, anche se risponde a degli stereotipi che vanno fin troppo consolidandosi. Ghoul si pone un gradino più in basso di It e due più in basso rispetto al romanzo di Simmons, che considero il capolavoro assoluto di questo sottogenere. Necessitano alcune spiegazioni per giustificare questo giudizio. Vedo di darvele.
Keene è ottimo – tanto quanto i già citati colleghi – nel caratterizzare i tre giovani protagonisti del suo libro. Timmy, Barry e Doug sono del tutto tridimensionali, credibili nei ragionamenti, negli atteggiamenti e nei dialoghi. Due di loro vivono tra l’altro situazioni familiari molto pesanti che, come si vedrà sul finire del romanzo, pregiudicheranno il loro futuro di uomini adulti.
La parte in cui Ghoul perde il confronto con gli altri due romanzi è quella del villain. Il demone divoratore di cadaveri citato nel titolo non ha né il fascino di Pennywise (It) né la potenza della Campana dei Borgia (L’estate della paura). Il Ghoul è una figura in fondo meschina, per sua stessa ammissione inferiore ad altri mostri che vanno a comporre la mitopeica dell’universo horror di Brian Keene. Ciò nonostante non sono disprezzabili i vezzi di splatter che il suddetto demone regala ai lettori, tra banchetti di cadaveri e squartamenti dei viventi. Nulla di troppo mostrato, ma molto di splendidamente raccontato (alla faccia di chi sostiene che questa tecnica sia sempre e comunque sbagliata).
C’è un aspetto su cui Keene ha lavorato in modo furbetto, durante la scrittura di Ghoul, vale a dire la rievocazione dell’atmosfera degli anni ’80. L’autore abbonda nelle citazioni di canzoni, dischi, programmi televisivi, fumetti della Marvel e della EC Comics, tanto che alla fine ci si sente trascinati, volenti o nolenti, nel 1984, anno in cui e ambientato il romanzo.
Si tratta di una strategia molto astuta e comunque del tutto lecita, quasi come se Keene abbia voluto rivolgersi a uno specifico pubblico pigiando sui tasti della nostalgia e delle atmosfere vintage. Opportunismo? Scelta facile? Può darsi. Comunque sia funziona: a me in quanto lettore tanto basta.
Da questo romanzo è stato ricavato un film omonimo, inedito in Italia, girato nel 2012.
Credo che, cercando nei soliti posti, sia possibile trovarlo in lingua originale…
Ghoul (libro) lo trovate invece qui, sia in versione tascabile che digitale, a pochi euro.
Inutile dire che è una lettura consigliata.
(A.G. – Follow me on Twitter)
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