Questa sera dalle ore 18.00 in uno studio in via Arbe 55 a Milano, colmo di lavori pittorici realizzati lungo una vita intera, si ricorda l’artista Fernando Sammarone.
Fernando Sammarone | “Simultaneità di forme e colori”, secondo le parole di Sammarone, è il binomio di base per sviluppare una descrizione critica dello stile e della poetica dell’artista “milanese” d’adozione. Sammarone per quasi cinquant’anni ha lavorato senza posa, studiando e attingendo dai grandi maestri che lo hanno preceduto, quelli da cui ha attinto le basi per sviluppare un suo stile immediato e riconoscibile attraverso un denso e incessante lavoro. Immediato e riconoscibile nel gesto – sia in quello controllato dei disegni in china e degli studi sul movimento di forme e soggetti umani e animali, sia in quello più istintivo, il gesto puro; nel colore – quei viola e quegli arancioni creati da un rigoroso studio di anni sulla teoria dei punti del viola, appunto, e del giallo -; nello studio sul movimento che parte centrale nelle grandi tele, per irradiarsi tutt’intorno; nei volti umani, a tratti cubisti; nel passaggio dal divisionismo – sviluppato soprattutto nei paesaggi abruzzesi, dove Sammarone ritraeva le sue amate montagne d’origine e il mare – al “dinamismo” di impronta futurista, particolarmente evidente in alcuni ritratti di animali – i gufi, il cavallo, il bue -, nei corpi dei ballerini o dei ciclisti e nello studio sulla città che sale attraverso grattacieli che irrompono verso l’alto.
Città in evoluzione, grattacieli, luci, umani e animali in movimento costante, tratti impressionisti, strutture cubiste di fondo, colori ricercati e di una raffinatezza insita in un talento speciale, nato per creare forme e colori dalla forte personalità, paesaggi di alberi, strade, montagne, spiagge e mari, ritratti di amici, autoritratti infuocati, spirali, gatti, cani … alcuni dei soggetti amati da Fernando Sammarone. Quei soggetti, reali o sognati, di cui l’artista si contornava nel suo ambiente di lavoro. Queste forme, realizzate attraverso uno studio prospettico in piani differenti che realmente crea una forte simultaneità plastica e dinamica, si ritrovano oggi nello studio di via Arbe 55, dove Fernando ha passato quasi trent’anni della sua vita, lavorando per le Poste di Milano, ma con il costante e incessante pensiero rivolto alla pittura, al disegno, alla creazione. Anche in posta Fernando disegnava: ha ritratto i volti di ogni suo collega. E poi a casa, giorno e notte, proprio con quel piglio del talento che nasce solo con uno scopo: lavorare, creare, dipingere. E Sammarone dipingeva sempre. E il suo studio rappresenta l’esempio tangibile di questo costante lavorìo durato una vita intera. Nina Sammarone e gli amici, con l’appoggio della Fondazione Onlus Renata Quattropani per la ricerca sulla Leucemia Linfatica Cronica, hanno deciso di commemorare l’artista attraverso l’esposizione delle sue opere, del suo habitat naturale, lo studio, e di riunire amici, galleristi, visitatori. Le stesse persone che si rifugiavano da lui, in questo studio colmo di ricordi, opere, tele, sculture, cartoline, disegni, schizzi, mobili dipinti, altri invece assemblati, pezzi di legno colorati, la sua culla di bambino, olii, penne e pennarelli, lettere, testi critici, fotografie … dettagli e frammenti di una vita che in due mesi di archiviazione (solo un primo passo di riordino di opere ed oggetti di Fernando), sono stati riscoperti e osservati, per rimettere in gioco il lavoro prodotto da Sammarone, con rispetto e amore dell’artista, e dove emergono chiari i due aspetti: quello del Sammarone umano, e quello della pittura. A un anno dalla sua scomparsa lo studio di via Arbe 55 viene riaperto per mantenere vivo il ricordo di Sammarone attraverso le sue opere e i ricordi degli amici. Un open studio in onore di un artista che, autodidatta, ha lavorato tutta la vita realizzando una quantità sostanziosa di opere, che ancora oggi vivono per lui.