Cose così, trovate dentro L'inquietudine delle isole di Silvia Ugolotti, ultima perla che ci regala Ediciclo con la sua Piccola Filosofia di Viaggio, piccoli grandi libri che in poche pagine concentrano sguardi sul mondo e movimenti dell'anima. E lo dico con sincerità: tra tutti i titoli di una collana che dovrebbe abitare gli scaffali di ogni viaggiatore, questo è uno dei più belli.
Vorrei vederle tutte, dice Silvia: e si intende che l'inquietudine è più sua che delle isole. E' fame di mondo che non sarà mai saziata, chiaro, a fronte delle centotrentaduemila isole che qualcuno è riuscito a censire. Ma non importa, perché ci possono essere le Azzorre e le Comores, le Eolie e Far Oer, non importa perché in fondo si insegue sempre l'isola delle isole, un sogno che è molti sogni, un'utopia che si dilegua con l'approdo che segue.
Quante cose, in questo concentrato di viaggi che a volte esigono una nave e a volte solo una buona dose di fantasia. Geografia che si compone, attraverso un rosario di destinazioni, letture, emozioni. E ci sono le isole paradiso, più o meno perduto, e le isole inferno, a volte fin troppo reali. Le isole mito e le isole che i nostri piedi calpestano e comprovano.
Scogli sferzati dai venti del nord e palme su spiagge tropicali, cieli di stelle e fari che sono salvezza nella notte. Isole che ci sono, isole che ora ci sono e ora non più, isole che navigano. Ma soprattutto l'isola che non c'è - soprattutto quella - l'isola che non c'è e che pure continua a esserci, finché non si smetterà di desiderarla.
Quell'isola, mi sa, che era nei racconti di un padre che rincalzava le coperte prima di accompagnare al sonno una bambina. Mi racconti il mare? E lui che cominciava: C'era una volta un'onda.... E con l'onda quell'isola, che è un'altra isola, ma non è poi molto diversa dalla mia Mompracem.