MARTIN CREED a BASE a FIRENZE
dal 12 dicembre 2015 al 6 febbraio 2016
BASE / Progetti per l'arte dal 12 Dicembre al 6 Febbraio presenta la mostra di Martin Creed concepita appositamente per lo spazio non-profit di Firenze. Il vernissage diversamente dal consueto avverrà in una data a sorpresa decisa dall’artista che sarà presente e che intende così spostare l'attenzione sulla fruizione dell'opera più che sull'evento connesso alla sua presentazione.
Il progetto di Martin Creed per BASE / Progetti per l'arte è animato da differenti opere che fanno percepire lo spazio fisico allo stesso tempo espanso, compresso, dilatato e pieno. Questo avviene grazie all’equilibrio degli interventi “Work No. 920” del 2008 (wall painting), “Work No. 672, FRIEND” del 2007 (neon), “Work No. 2199” del 2015 (painting), “Work No. 1597, Laura” del 2013 (painting), “Work No. 2097” del 2014 (painting) e “Work No. 921” del 2008 (wall painting). Le opere si distribuiscono nei due spazi, da sinistra a destra, come a “perimetrare” per evidenziare, ma anche per rarefare i confini fisici della scatola architettonica in cui si manifestano.
Le forme geometriche o astratte, come gli environment o le installazioni, sono sempre per Martin Creed non il fine bensì il mezzo per creare un dialogo con il contesto. Questo approccio è portato alle estreme conseguenze nel progetto a BASE dalla presenza della scultura “Work No. 1638” del 2013 a forma di ziggurat di 5 longarine di ferro di misura decrescente poste una sopra l’altra. La scultura, ingombrando il centro dello spazio, destabilizza la possibilità di una visione contemplativa delle singole opere, costringendo lo spettatore a vivere quel luogo come un landscape composto da vari rumori di fondo. Inoltre, la scelta di non far coincidere l'inaugurazione con il giorno dell’apertura della mostra, è il modo da parte dell'artista di creare un tempo di attesa e far riflettere in maniera delicata sulla relazione che esiste oggi tra l'opera e l'evento, connesso alla sua presentazione nel mondo dei media, quello sociale e del sistema dell'arte.
Martin Creed (Wakefield, Inghilterra, 1968; vive e lavora a Londra) dalla metà degli anni Novanta ha realizzato opere che riescono a far convivere differenti discipline e a ri-attivare svariati medium che vanno dalla scultura alla performance, dalla pittura astratta al ready-made, dall'installazione al concerto. Esplicativo del suo lavoro è l'intervento “Work No. 227 (on-off)” con cui nel 2001 ha vinto il Turner Prize. In quel caso le luci, che si accendevano e spegnevano in maniera reiterata all'interno di una sala della Tate Britain di Londra, portavano l'attenzione degli spettatori al contesto che si trovavano ad attraversare più che a rivolgerla ad un oggetto fine a sé stesso. Nel 2012 ha trasformato l'opera che gli era stata commissionata per celebrare l'apertura delle Olimpiadi a Londra in una performance diffusa invitando tutta la nazione a suonare le campane del paese per tre minuti in un momento specifico. Come scrive Lorenzo Bruni nel suo libro “Museum, Gallery and other story” pubblicato nel 2011: “Le sue opere, formalmente differenti tra loro, hanno tutte in comune il voler creare uno strappo nella percezione del quotidiano, non per astrarre lo spettatore da esso, ma per dargli una nuova concretezza. (…)”.
Mentre tra le mostre personali: Fondazione Nicola Trussardi, Milano, 2006; the Duveen Commission, Tate Britain, London, 2008; “Work No. 409”, Royal Festival Hall, London, 2010; “Ballet Work No. 1020”, Traverse Theatre, Edinburgh, 2010; “Down Over Up”, Fruitmarket Gallery, Edinburgh and Things at The Common Guild in Glasgow, 2010; the Nasher Sculpture Center in Dallas, 2011; MARCO in Vigo, Spain, 2011; “A yearlong residency”, MCA in Chicago, 2012; “What's the point of it?”, Hayward Gallery, London, 2014; Tra le molte mostre collettive internazionali a cui ha partecipato sono da segnalare: P.S.1 and MoMA, New York, 1996; The British School at Rome, Roma, 1997; ViaNuova, Firenze, 2005; 4. Berlin Biennial for Contemporary Art, Berlin, 2006; Kunsthalle Bern, Bern, 2008; MoMA Museum of Modern Art, New York, 2009; 54. Biennale di Venezia, Venezia, 2011.
Si ringrazia la Galleria Lorcan O’Neill di Roma.
Base / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. Base è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia. L’attività, iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in toscana e che promuovono, a Firenze, alcuni aspetti tra i più interessanti dell’arte di oggi. Base è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Fino adesso si sono tenute a Base oltre sessanta mostre tra le quali: Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti , Niele Toroni, Michael Galasso, Jan Vercruysse, Heimo Zobernig, Luca Pancrazzi, Marco Fusinato e John Nixon, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antoni Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov & Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Kinkaleri, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusolwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Diego Perrone e Christian Frosi, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, Radical Tools, Koo Jeong A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, che hanno sempre presentato progetti inediti, legati ad un a personale lettura dello spazio. Base si propone come uno spazio aperto alla conoscenza degli aspetti più significativi dell’arte di oggi, italiana e internazionale, in una dialettica di segni e linguaggi che concorre a tenere aperto un confronto di idee sulla contemporaneità. Base è promossa da un gruppo aperto di artisti che si avvicendano nella conduzione dell’attività e si prefigge di coinvolgere, in una forma di partecipazione e supporto attivi, un numero sempre più vasto di artisti, studiosi, collezionisti, amici. Base si propone quindi come un necessario luogo di scambio di esperienze e di informazione che fanno parte di un patrimonio comune al quale tutti possono attingere. Base presenta mostre, progetti, confronti e dialoghi, proponendo differenti letture e prospettive su quanto di più interessante accade nell’arte e suoi territori limitrofi. Attualmente fanno parte del collettivo di Base: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi.
L’attività di Base / Progetti per l’arte è promossa e sostenuta dagli artisti del collettivo. Base ringrazia per il supporto: Museo Pecci, Prato / OAC / Osservatorio per le Arti contemporanee dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze / Associazione basexbase.
Il progetto di Martin Creed per BASE / Progetti per l'arte è animato da differenti opere che fanno percepire lo spazio fisico allo stesso tempo espanso, compresso, dilatato e pieno. Questo avviene grazie all’equilibrio degli interventi “Work No. 920” del 2008 (wall painting), “Work No. 672, FRIEND” del 2007 (neon), “Work No. 2199” del 2015 (painting), “Work No. 1597, Laura” del 2013 (painting), “Work No. 2097” del 2014 (painting) e “Work No. 921” del 2008 (wall painting). Le opere si distribuiscono nei due spazi, da sinistra a destra, come a “perimetrare” per evidenziare, ma anche per rarefare i confini fisici della scatola architettonica in cui si manifestano.
Le forme geometriche o astratte, come gli environment o le installazioni, sono sempre per Martin Creed non il fine bensì il mezzo per creare un dialogo con il contesto. Questo approccio è portato alle estreme conseguenze nel progetto a BASE dalla presenza della scultura “Work No. 1638” del 2013 a forma di ziggurat di 5 longarine di ferro di misura decrescente poste una sopra l’altra. La scultura, ingombrando il centro dello spazio, destabilizza la possibilità di una visione contemplativa delle singole opere, costringendo lo spettatore a vivere quel luogo come un landscape composto da vari rumori di fondo. Inoltre, la scelta di non far coincidere l'inaugurazione con il giorno dell’apertura della mostra, è il modo da parte dell'artista di creare un tempo di attesa e far riflettere in maniera delicata sulla relazione che esiste oggi tra l'opera e l'evento, connesso alla sua presentazione nel mondo dei media, quello sociale e del sistema dell'arte.
Martin Creed (Wakefield, Inghilterra, 1968; vive e lavora a Londra) dalla metà degli anni Novanta ha realizzato opere che riescono a far convivere differenti discipline e a ri-attivare svariati medium che vanno dalla scultura alla performance, dalla pittura astratta al ready-made, dall'installazione al concerto. Esplicativo del suo lavoro è l'intervento “Work No. 227 (on-off)” con cui nel 2001 ha vinto il Turner Prize. In quel caso le luci, che si accendevano e spegnevano in maniera reiterata all'interno di una sala della Tate Britain di Londra, portavano l'attenzione degli spettatori al contesto che si trovavano ad attraversare più che a rivolgerla ad un oggetto fine a sé stesso. Nel 2012 ha trasformato l'opera che gli era stata commissionata per celebrare l'apertura delle Olimpiadi a Londra in una performance diffusa invitando tutta la nazione a suonare le campane del paese per tre minuti in un momento specifico. Come scrive Lorenzo Bruni nel suo libro “Museum, Gallery and other story” pubblicato nel 2011: “Le sue opere, formalmente differenti tra loro, hanno tutte in comune il voler creare uno strappo nella percezione del quotidiano, non per astrarre lo spettatore da esso, ma per dargli una nuova concretezza. (…)”.
Mentre tra le mostre personali: Fondazione Nicola Trussardi, Milano, 2006; the Duveen Commission, Tate Britain, London, 2008; “Work No. 409”, Royal Festival Hall, London, 2010; “Ballet Work No. 1020”, Traverse Theatre, Edinburgh, 2010; “Down Over Up”, Fruitmarket Gallery, Edinburgh and Things at The Common Guild in Glasgow, 2010; the Nasher Sculpture Center in Dallas, 2011; MARCO in Vigo, Spain, 2011; “A yearlong residency”, MCA in Chicago, 2012; “What's the point of it?”, Hayward Gallery, London, 2014; Tra le molte mostre collettive internazionali a cui ha partecipato sono da segnalare: P.S.1 and MoMA, New York, 1996; The British School at Rome, Roma, 1997; ViaNuova, Firenze, 2005; 4. Berlin Biennial for Contemporary Art, Berlin, 2006; Kunsthalle Bern, Bern, 2008; MoMA Museum of Modern Art, New York, 2009; 54. Biennale di Venezia, Venezia, 2011.
Si ringrazia la Galleria Lorcan O’Neill di Roma.
Base / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. Base è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia. L’attività, iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in toscana e che promuovono, a Firenze, alcuni aspetti tra i più interessanti dell’arte di oggi. Base è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Fino adesso si sono tenute a Base oltre sessanta mostre tra le quali: Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti , Niele Toroni, Michael Galasso, Jan Vercruysse, Heimo Zobernig, Luca Pancrazzi, Marco Fusinato e John Nixon, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antoni Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov & Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Kinkaleri, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusolwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Diego Perrone e Christian Frosi, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, Radical Tools, Koo Jeong A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, che hanno sempre presentato progetti inediti, legati ad un a personale lettura dello spazio. Base si propone come uno spazio aperto alla conoscenza degli aspetti più significativi dell’arte di oggi, italiana e internazionale, in una dialettica di segni e linguaggi che concorre a tenere aperto un confronto di idee sulla contemporaneità. Base è promossa da un gruppo aperto di artisti che si avvicendano nella conduzione dell’attività e si prefigge di coinvolgere, in una forma di partecipazione e supporto attivi, un numero sempre più vasto di artisti, studiosi, collezionisti, amici. Base si propone quindi come un necessario luogo di scambio di esperienze e di informazione che fanno parte di un patrimonio comune al quale tutti possono attingere. Base presenta mostre, progetti, confronti e dialoghi, proponendo differenti letture e prospettive su quanto di più interessante accade nell’arte e suoi territori limitrofi. Attualmente fanno parte del collettivo di Base: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi.
L’attività di Base / Progetti per l’arte è promossa e sostenuta dagli artisti del collettivo. Base ringrazia per il supporto: Museo Pecci, Prato / OAC / Osservatorio per le Arti contemporanee dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze / Associazione basexbase.