L’idea – potrebbe essere un meme – me l’ha data Cyberluke, che a sua volta si è ispirato a Diegozilla.
Quindici aneddoti assolutamente reali*, ma abbastanza strambi da apparire di fantasia.
Se li inserissi in un racconto dei miei, ci sarebbe il solito furbone che mi accuserebbe di aver esagerato con l’inventiva, che “anche se si tratta di fiction narrativa occorre essere più credibili!“
E invece a volte l’immaginazione supera la realtà.
Non è una frase fatta…
- Una volta sono stato fermato in strada a Brescia, dove mi trovavo per assistere a uno spettacolo teatrale. Un signore distinto mi si avvicina e mi chiede: “Tu sei Alex Girola, vero? Io sono uno degli autori recensiti sul tuo blog. Ti ho riconosciuto e volevo ringraziarti per le belle parole.“
- Di tutte le star ospitate da questo blog, una soltanto ha ringraziato spontaneamente, vale a dire scovando il post a lei dedicato senza doverglielo linkare prima. Chi è questa splendida diva? Carol Alt. Che mi ha contattato via Twitter. Mica una starlette qualunque. Non so se rendo: Carol Alt! Uno dei sogni erotici della mia adolescenza. Ancora bellissima, tra l’altro.
- Negli ultimi – toh – dieci anni, mi capita di addormentarmi ovunque. In treno, al cinema, in aereo… Ovunque. Ricordo però quella volta in cui mi sono addormentato mentre guidavo di ritorno da Reggo Emilia, alle cinque del mattino. Non era sonno profondissimo, ma di sicuro 4-5 km me li son fatti a occhi chiusi e col cervello attivo sì e no al 10%. Quando me ne sono accorto ho ringraziato diversi pantheon per non essermi schiantato chissà dove, ho parcheggiato in un’area di sosta e ho dormito una mezz’oretta.
- Una volta, a Sanremo, nei giorni del Festival (non chiedete), mi sono trovato fianco a fianco con René Dif (il cantante pelato degli Aqua) nell’orinatoio di un locale. Che, per essere un incontro “vip”, dovete ammettere che è di un genere molto particolare.
- Quando, da ragazzino, esploravo le case diroccate nei dintorni del mio paese, insieme alla “banda” di amici e compagni di scuola media, mi è capitato di imbattermi in un sottotetto segreto in cui erano imboscate centinaia di fumetti porno. A quei tempi (avevamo 13 anni circa) ci sembrò di aver scovato il tesoro del pirata Barbanera.
- Una volta, sempre in queste esplorazioni, mi sono beccato un chiodo dritto nel tallone. Uno dei dolori più intensi mai provati nella mia vita. La cosa bella è che, per non dire ai miei che eravamo in giro a cazzeggiare nella case abbandonate, non raccontai della ferita. Mi medicai da solo e cercai di non zoppicare troppo vistosamente per un paio di settimane. Per fortuna non sono morto per il tetano…
- Una volta ho chiesto via Twitter a Elisabetta Canalis di farmi gli auguri per il compleanno e, complice l’aiuto di alcuni amici blogger, lei mi ha mandato la scansione di una sua foto autografata, con dedica. Santa donna, Dio l’abbia sempre in gloria!
- Una volta, nel posto dove lavoravo prima, mi è capitato di sbirciare la mailbox del mio capoufficio (lasciata incautamente aperta nel browser, a PC acceso). Era pieno di foto porno di uomini che si facevano calpestare le palle da tizie che indossavano scarpe coi tacchi. Ciascuno ha la sua perversione, ok, ma non sono più riuscito a vedere quel tale con gli occhi di prima.
- Per almeno quattro anni, dopo essermi patentato, ho guidato pochissimo, perché avevo paura di fare incidenti. Ora non posso fare a meno dell’auto. Le cose cambiano, eh?
- Una volta – una soltanto – il mio account Facebook è stato violato da qualcuno che vive in Turchia. La falla è durata sì e no un’ora, ma il panico nel mentre è stato tanto, ve lo assicuro.
- Non mi è mai capitato di trovare grandi somme di denaro perse per terra. Al massimo le canoniche monetine da cinquecento lire, o da uno/due euro. L’unica volta che ho trovato un borsello in un parco (sarà stato il 1997), era senza documenti e pieno di banconote rumene. Non sapendo che farmene le restituii a un vigile urbano di passaggio. Non ho mai saputo il controvalore. Senza ipocrisie: fossero state banconote di lire italiane, forse l’avrei tenuto.
- Una volta ho scambiato una tizia per Cristina Scabbia dei Lacuna Coil. Ci ho parlato un po’ del più e del meno, trovandomela di fianco in un locale di Milano. Io ero gasatissimo e pronto a chiederle di fare una foto insieme. Solo dieci minuti dopo, quando è comparsa una sua amica che l’ha chiamata Ilaria, mi sono accorto di aver preso un granchio grosso come una casa.
- Faccio tremendamente schifo a giocare a calcio. Fin quando ho praticato, mi piazzavo perennemente in difesa, dove mi limitavo a fare gioco d’ostruzione. Una volta però sono riuscito a fare un gol con un tiro da metà campo, con un pallonetto che manco Maradona… Poi sono tornato alla mediocrità di sempre, ma quel tiro è rimasto leggenda (almeno nel nostro giro di amici).
- Una volta, gironzolando per New York, sono stato inseguito da una sorta di controfigura di Mr. T, con tanto di sguardo cattivo e muscoli di granito. Credevo volesse menarmi per chissà quale motivo, invece si è complimentato per la catenina con l’occhio di Ra che portavo al collo. E poi mi ha mostrato un enorme tatuaggio con medesimo soggetto, sul suo bicipite sinistro.
- Una volta mi sono trovato faccia a faccia per un’ora col mio stereotipo di bellezza femminile, Natalie Imbruglia. Era ospite a un programma della defunta All Music, in uno studio piccolissimo. Decisi di andare e provare a entrare, convinto di essere rimbalzato. Invece i tizi della redazione mi fecero entrare, gentilissimi, piazzandomi in seconda fila, a meno di tre metri da Nat. A volte per ottenere qualcosa di impossibile, basta provare a renderlo possibile.
* Lo so, Cyberluke di aneddoti ne ha messi venti, ma io mi sono stancato a dodici. Vi bastano comunque?
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