Fino al 5 maggio la Casa della Memoria. Fondazione Rocco Guglielmo ospita una densa personale di Chiara Dynys. L’artista mantovana ha creato un percorso ad hoc per gli spazi della Fondazione, in origine casa natale di Mimmo Rotella, con un tema preciso sul “diritto al gioco”. Right to play è infatti il titolo allusivo della mostra, che indica già allo spettatore il tema ludico di base e l’idea di interazione con le opere e le installazioni presenti, divise in 3 sezioni, ognuna dedicata a una tipologia di gioco diversa, che si susseguono all’interno delle sale “della memoria”, come sunto di una parte dell’assiduo, ricco e vario percorso dell’artista negli ultimi anni.
Tre tipologie di gioco distinte: lo shangai, il tiro a segno e le false prospettive. Chiara Dynys a Catanzaro gioca con gli spazi e con il pubblico, mettendolo alla prova con installazioni di grandi e medie dimensioni: imponenti bacchette di shangai raccolte come in un labirinto, e poi più piccole all’interno di teche sulle pareti, un biliardo, neon, tondi ricamati di seta e paillettes, di tre colori primari, giallo, azzurro e rosso, e con una scritta al centro che indica appunto il … centro. La Dynys qui crea attraverso colori, neon, materiali diversi e scritte. Il risultato : un forte impatto estetico e luminoso di un percorso in successione dove le 3 sezioni rappresentano sfide e stati d’animo diversi. Dallo shangai che implica pazienza, calma e rigore, al il tiro a segno, gioco dalle origini antiche, fino alle false prospettive, che indicano l’illusione. Ecco che la Dynys ci suggerisce un mondo apparentemente ludico, ma che, una volta superato l’impatto, svela significati e prospettive diverse, portando il pubblico a una riflessione su se stesso e il contesto che lo circonda. Le opere da ludiche diventano messaggio, e l’artista e il fruitore “giocano” sullo stesso piano. E, come citano i 3 tondi alle pareti “la verità non è mai nel centro”. E dove sta la verità ? E’ dove la definiamo noi, giocando seriamente. La mostra è accompagnata da un catalogo completo edito da Prearo.
(Arte, n. 476 Aprile 2013)