Testamento di una Maschera

testamento di una maschera

Gabriele Giannini, giornalista freelance di successo, vive una doppia vita. Smessi gli abiti civili, infatti, pattuglia le strade celato dietro la maschera dell’Inquisitore, leader dei Vigilantes, un gruppo di supereroi che si sta facendo notare per le proprie imprese azzardate, coraggiose al limite della stupidità. Una volta raggiunte le luci della ribalta, i Vigilantes commetteranno un errore che li porterà a scontrarsi con il potere costituito e a sperimentare i meccanismi che esso mette in atto per preservare i propri equilibri. Ad osservarli a distanza c’è Manlio Gorgia, un ufficiale dei servizi segreti in pensione dagli scopi tutt’altro che chiari, eminenza grigia dietro a molti degli eventi che hanno visto il cammino di diversi supereroi, detti comunemente Maschere, incrociare la strada della politica italiana.

Non molto tempo fa ho recensito lo splendido romanzo di Lavie Tidhar, The Violent Century.
Condividendo il post su Facebook, Stefano Tevini (autore e collaboratore editoriale de La Ponga) mi ha fatto notare che la trama del romanzo è piuttosto simile a quella di un suo ebook, Testamento di una Maschera.
Incuriosito, e da grande amante di questo particolare filone della fantascienza, ho acquistato l’opera di Tevini e l’ho divorata.
Com’è? Molto bello.

In effetti tra il romanzo di Tevini e quello di Tidhar ci sono molte somiglianze, soprattutto a livello di approccio al tema dei supereroi, calati in un contesto socio-politico realistico.
Siamo molto lontani dalle atmosfere cartoonesche e psichedeliche dei fumetti della golden age e della silver age. Siamo però altrettanto lontani dai toni scanzonati dei primi film targati Marvel. Ecco, direi che invece ci avviciniamo di più a Captain America: Civil War, anche se il punto di partenza di Tevini è in realtà facilmente individuabile negli Watchmen.

Se Tidhar imposta il suo romanzo ricalcando gli eventi della Guerra Fredda, innestando in essi superpoteri, metaumani e tutto ciò che ne deriva, Tevini concentra le sue attenzioni sulla storia dell’Italia post-risorgimentale, dalla Grande Guerra in poi.
Attraverso un doppio binario narrativo, uno che si occupa dell’operato dei protagonisti, l’altro strutturato in forma di memorandum di un alto ufficiale dei servizi segreti, l’autore tratteggia uno scenario decisamente affascinante. La storia ucronico/parallela di Tevini tocca dei momenti-simbolo della nostra storia recente: dal terrorismo eversivo al rapimento Moro, dalla strage di Superga (che qui viene evitata grazie a un imprevedibile “super”) alla crisi di Sigonella. Tutto ripensato dal punto di vista di una realtà in cui i superpoteri sono rari, ma esistono e sono noti a tutti.

Personalmente ho trovato irresistibile questa parte, il memorandum del generale Gorgia, e un po’ troppo tirata quella che si occupa degli eventi presenti. Funziona ed è scritta bene, ma una cinquantina di pagine in più avrebbero dato maggior respiro alla narrazione che comunque, voglio dirlo chiaramente, è avvincente e diverte.

Testamento di una maschera è un ottimo romanzo.
Il materiale per scrivere un seguito o degli spin-off abbonda, al punto che nei panni dell’autore non saprei nemmeno da dove cominciare.
La mia speranza è che Tevini riprenda in mano questo setting e ne tragga qualcosa, perché io tornerei volentieri nel mondo delle Maschere, a scoprire altro sulla loro storia e sui loro intrighi.

L’ebook, pubblicato da La Ponga, costa una miseria. La lettura è consigliata.


(A.G. – Follow me on Twitter)

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