Raramente a un artista italiano viene dedicata una grande mostra in 3 sedi ufficiali e riconosciute nel panorama museale anche internazionale. Un giorno così bianco, così bianco rappresenta l’eccezione meritata, che porta Ettore Spalletti a rappresentare la sua arte in 3 grandi musei italiani: il MAXXI di Roma (dal 13 marzo al 14 settembre), la GAM di Torino (dal 27 marzo a 15 giugno) e il MADRE di Napoli (dal 13 aprile all’11 agosto).
Le forme monocrome dell’artista abruzzese (1940) sono eleganti, pulite, rigorose e riconoscibili. Definiscono lo spazio e il tempo in maniera personale e scandita, e lo spettatore si trova davanti a due strade opposte: l’ordine prestabilito e obbligatorio, ma anche lo spaesamento dato da quel colore troppo puro, che fa perdere ogni percezione. Poche righe e poche sensazioni per “ingabbiare” uno stile. Stile che può essere guardato in queste 3 sedi, per contemplare uno dei più grandi artisti di una vecchia generazione, ma assolutamente contemporaneo.
“Prima l’abrasione: i pigmenti si rompono, il colore cambia densità. Ed è lì: il colore dentro il colore. L’opera, perdendo la cornice, si assume la responsabilità dello spazio. La geometria della tavola è rotta dalla stessa pasta di colore che la nutre. Lo spazio si tinge. Lasciare le opere libere di esporsi, senza cercare armonia nella loro fisicità. L’opera si muove dalla superficie verso il suo interno e, come stordita, perde l’idea del tempo. L’opera si spinge da sola lontano, se ci si accorge che sta per essere toccata bisogna accompagnarla ancora più lontano, condividendo la sa necessità: liberarsi, in un momento, dell’artista stesso, per ricevere il dono della inconsapevolezza”.
Ettore Spalletti
(Tratto da Flash Art, n. 315, Marzo/Aprile, che LabRouge consiglia di leggere anche per la sezione interamente dedicata a Spalletti).