Come sapete, da settembre mi sono trasferita per qualche mese a Londra. Riprendo dopo tanto tempo questa mia rubrica, che vorrei trasformare piuttosto in una raccolta di piccoli anedotti, riflessioni e storie.
Ecco la prima della serie, "Gli inglesi dicono sempre NO!"
Ce l’hanno sempre sulla punta della lingua “no, non è possibile”. E non è che hai chiesto la luna, hai magari semplicemente chiesto al servizio clienti se è nelle loro capacità fare una determinata operazione o meno. Non ti illudono nemmeno, dicendoti “aspetti, vedo un attimo cosa posso fare”, in fin dei conti hai selezionato una casella sbagliata per errore e vorresti cambiare le informazioni contenute in un modulo. L’uomo si prepara ad andare su marte ed in teoria ha inventato i computer per aiutarlo nella vita quotidiana, non per ostacolarlo. Purtroppo a Londra è così invece, o perlomeno è quello che ti vogliono far credere tutti. Ogni volta che mi dicono che “no, non è possibile” me li immagino ostaggio di enormi computer.Sappiatelo, se inserite un dato sbagliato nel computer, non c’è niente che possiate fare, d’ora in avanti vi chiamerete Giorgis invece che Giorgia, maledetti errori di battitura. Oppure se dopo una passeggiata di 5 miglia arrivate stremati in un piccolo paesino alla ricerca di cibo, vi vedrete chiudere le porte del ristorante in faccia perchè l’orario per il pranzo è appena finito. “Ma non è che potete fare un’eccezione?” chiedete, ma tanto sapete già la risposta. E vi interrogate sul perché e per come, durante una delle peggiori crisi economiche mondiali, il piccolissimo ristorante di un altrettanto piccolissimo posto di villeggiatura che in inverno vedrà si e no quattro anime, voglia negarsi ad un gruppo di clienti paganti. Le regole sono regole. E se non rientra nel mio compito, non sono tenuto ad aiutarti, anche se te d’ora in avanti ti chiamerai Giorgis e non Giorgia. Non è ammesso sgarrare, riguardate sempre quello che scrivete due volte. È come inciderlo nella pietra.