Non poteva mancare la difesa d'ufficio di Germano Celant. l'imperatore dell'Arte povera, nei confronti dell'attuale gestione del Castello di Rivoli.
Siamo in pieno conflitto di interesse (Celant difende ovviamente la figlia di Mario Merz e la sua prossima mostra) e leggiamo il solito attacco alla politica e alla mancanza di Sistema Paese.
Continuiamo a non capire, però, perchè un Museo di Arte contemporanea ritenga l'Arte povera la maggior espressione di contemporaneità e non, per esempio, l'Arte urbana (sul modello del Moca, della Tate e persino del PAC di Milano).
Vedremo i risultati di questa ennesima mostra di Arte povera ...