Copertine a cura di Emanuele Beluffi

Noisegrup - copertina n.166

NoiSeGrUp - The CIP project_“for your safety” - carta da Poker - 2010

 

NoiSeGrUp - The CIP project_“for your safety” - carta da Poker - 2010

 

Ricordo che nel 1991, in occasione della prima guerra del Golfo, l'amministrazione americana dotò i propri tanks di altoparlanti che "sparavano" brani di musica heavy metal al fine di terrorizzare il nemico durante le offensive, forse facendogli credere che fosse per essere invaso da una legione di diavoli. Fa specie che, fra i brani trascelti per aprir le ostilità, vi fossero anche quelli degli W.A.S.P., band notoriamente ostile al sistema americano e alle pratiche di dissuasione moralistica da esso perpetrate a protezione dei giovani - il comitato P.M.R.C. (Centro d'Informazione Musicale per Genitori) della moglie di Al Gore!
Non sapevo, però, che nel 2003, in occasione della seconda guerra del Golfo, il Pentagono, secondo una sottile pratica di indottrinamento e preparazione alla guerra, avesse deciso di dotare i propri soldati di carte da gioco raffiguranti i volti dei nemici da combattere, carte con cui trastullarsi durante le pause delle ostilità. Che diavoli, questi americani!
NoiSeGrUp è un collettivo artistico fondato da Stefano Lupatini (Brescia, 1976) che svolge una ricerca molto aderente e attenta alla contemporaneità. In modo particolare, il tema studiato da NoiSeGrUp è la comunicazione, o per meglio dire le distorsioni informative adottate in condizioni socio-politiche caratterizzate da regimi autoritari e/o dittatorali ma non solo: anche nelle "migliori" democrazie l'informazione è anestetizzata, per il combinato disposto dell'intrinseca impossibilità di un regime informativo libero e la natura pluriconflittuale delle cosiddette "isituzioni totali", di cui il governo, che ha facoltà d'allungare la longa manus sugli organi che lo dovrebbero controllare, è il diretto contraltare.
Non è che siano tutti brutti e cattivi.
Non è che si debba machiavellicamente avere la forza e il coraggio di raggiungere compromessi che siano i meno bassi possibile. Del resto, come diceva il compianto Pietro Nenni, politique d'abord.
E non è che siano tutti servi del potere.
E' che, come c'informò in un minuscolo fotogramma il celebre film Il presagio, la politica è il diavolo.
E' che, come già vedemmo in occasione di un precedente incontro con Stefano Lupatini, il sistema mediatico ha un potere mistagogico che rende volatile l'informazione e mellifluo il quarto potere.
Non sempre è così, anche se, come disse zì Giulio, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
Ma l'arte, quando è contemporanea, è fedele al presente. E alla verità.

Melissa Provezza - copertina n.165

melissa provezza, senza titolo

 

Melissa Provezza, Senza titolo, olio su tela senza telaio, occhielli in alluminio e supporti d’acciaio 141,5x143cm

 

La volta in cui visitai lo studio di Melissa Provezza (Brescia, 1978; vive e lavora a Milano) subii il fascino di codesti ganci da macello mirabilmente armonizzati a una pittura (l'è pittura, anche se non sembra) lieve come un disegno.
Ora, dal momento che Melissa Provezza, oltre che dipingere, ama scrivere, perchè non affidare alla sua penna la possibilità di fissare in eterno l'espressione dei suoi pensieri?
«Formalmente l’immagine è al limite dell’esistere, della visibilità e ostenta una femminilità sbiadita, senza colore. Sono corpi senza corpo, trasparenti, attraversabili, privati della carne da occhi carnivori, dati in pasto allo spettatore–voyeur. La censura diviene orifizio: aperture che sottolineano l’aspetto sessuale, rimandando però ad una sessualità oggettualizzante, fredda e distaccata, violenta come i ganci, gelata come il metallo» (Melissa Provezza).

 

 

Claudio Magrassi - copertina n.164

Claudio Magrassi - Krisalide - 2005 - olio su tela -150 x 190 cm

 

Claudio Magrassi - Krisalide - 2005 - olio su tela -150 x 190 cm

 

Stralcio del testo pubblicato su Kritika (con aggiunta all'inizio):

Questa è un'opera del pittore Claudio Magrassi (Tortona, 1969; vive e lavora a Tortona). Non è un'opera inedita. Anzi, è piuttosto datata. La scelta è voluta. Perchè essa, al di là dell'epoca in cui è stata realizzata, è, semplicemente, ottima pittura. E la bellezza e il bene sono fuori dal tempo. Sulle tele e le tavole del pittore di Tortona l’esistenza è dipinta come esorcizzazione del timore della dimenticanza, mentre la superficie su cui è raffigurata l’immagine si dipana come un derma rispetto al quale il film pittorico assume il sembiante del tatuaggio. In questo senso una violenta vitalità anima il quadro, come il segno tatuato che sull’epidermide di un corpo indica una volontà d’affermazione – di un concetto, di un sentimento – che con la sua stessa potenza vitale quel corpo, la volontà, testimonia.
 

Piero Mezzabotta - copertina n.163

Piero Mezzabotta - Senza Titolo, Olio su Tela, 120 x 80 cm, 2010

 

Piero Mezzabotta - Senza Titolo, Olio su Tela, 120 x 80 cm, 2010

  

L'opera che state guardando fa parte dell'ultima produzione di Piero Mezzabotta (Fermo, 1977; vive e lavora tra Milano e Londra) e rappresenta un coraggioso passo in avanti nella direzione della verità della pittura. Non solo e non necessariamente della pittura come universale categoria dello Spirito, ma anche e soprattutto della pittura individuata e singola, riflesso verofunzionale di un percorso - di vita e di lavoro - che con la forza tranquilla di un cimento estetico poco incline a fare ammuina dinnanzi alle esigenze delle spirito (in quest'ultimo caso con la"s" minuscola, nel senso dello spirito alla vucciria dei giudizi di gusto de noantri) non fa mistero dell'origine extrafenomenica di tale disciplina. E dell'origine, invece tutta carnale, del mondo. Che, diversamente dall'Origine du monde del Courbet, non susciterà la reazione bru bru degl'indignati speciali dalla boccuccia a culo di gallina - del resto son tempi moderni, questi. Ma, al pari dell'illustre precedente, dimostra come la pittura sia in grado di superare i limiti del linguaggio esprimendo con solennità l'ineffabile.