LA ROSA MANNEQUINS PER DIANA VREELAND AFTER DIANA VREELAND
a cura di Judith Clark e Maria Luisa Frisa
Venezia, Museo Fortuny 10 marzo-26 giugno 2012
Si tratta della prima grande mostra italiana basata sul binomio ‘moda e museo’ dedicata alla eclettica e brillante figura di Diana Vreeland, quale critico di moda, scrittrice, leggendaria fashion editor di Harper’s Bazaar, editor in chief di Vogue (America) e special consultant per il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York.
La mostra DIANA VREELAND AFTER DIANA VREELAND curata da Judith Clark e Maria Luisa Frisa da un’idea di Lisa Immordino Vreeland, riflette quindi sul contributo museografico di Diana Vreeland, sulle folgoranti mostre moda e sul fashion curating. Concetti che furono caratterizzanti per la Vreeland e fondamentali per la nuova installazione che cerca di restituire il magnifico incedere di una donna che ha generato uno spaccato d’avanguardia nell’alta moda del ‘900.
Facilmente riconducibile all’idea della Vreeland, il progetto allestitivo e tematico della rassegna supera la ‘mera’ esposizione di abiti su banali supporti . Per la Vreeland il manichino ha un ruolo fondamentale nell’exhibition design. Gli ‘antagonisti’ per così dire di questa mostra saranno 35 manichini progettati apposta per l’occasione, frutto del sodalizio creativo tra Judith Clark e La Rosa, capaci di coniugare creatività e rigore scientifico, con contenuti simbolici e qualità strutturali. Il preponderante image maker e l’attitude della Vreeland trovano eccellente rappresentazione nelle nuove creazioni ‘La Rosa’, anticipatrice di gusti e tendenze dallo stile unico e intramontabile. Così come i coloratissimi manichini stilizzati esposti in cabinet, ricalcheranno le tonalità delle grafiche utilizzate dalle riviste di moda degli anni sessanta, attraverso i toni del viola, del verde, dell’oro , dell’argento fino al bianco laccato. Un excursus di storia e stile, scandita attraverso straordinari manichini vestiti con abiti di Yves Saint Laurent e Givenchy indossati dalla stessa Vreeland, provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, oppure alcuni pezzi formidabili di Balenciaga di proprietà del Cristóbal Balenciaga Museum o di Saint Laurent della Fondation Pierre Bergé-Yves Saint Laurent e poi ancora pezzi unici, preziosi e iconici di Chanel, Schiaparelli, Missoni, Pucci e costumi dei Ballets provenienti da prestigiose collezioni private e archivi aziendali.
Un atemporale ‘meltin pot’ di tendenze e stili miscelate con le caleidoscopiche sfaccettature della vita e della carriera di una straordinaria e complessa figura femminile che ha rivoluzionato un secolo di moda e di giornalismo.
La Rosa presenzierà inoltre, al primo convegno internazionale dedicato alla disciplina del fashion curating con la partecipazione dei nomi importanti quali Harold Koda, Akiko Fukai, Kaat Debo, Alexandra Palmer, Amy de la Haye e Stefano Tonchi.