COMUNICATO STAMPA
VERNISSAGE, PRESENTAZIONE CATALOGO, DECLAMAZIONE SECONDO MANIFESTO
SABATO 14 GENNAIO ORE 18.00
GASM
COLLEZIONE INTERNAZIONALE E SECONDO MANIFESTO
Collettiva d’arte del Gruppo degli Artisti
dell’ex convento di San Michele a Montecelio
X edizione del ciclo “Arte in Piazza”
14-21 gennaio 2012
Progetto: Giorgio La Bianca
Curator: Lucrezia Rubini
Organizzazione: Associazione culturale “La cera di Dedalo”
Patrocini: Consiglio Regionale del Lazio
Provincia di Roma
Comune di Tivoli
Città di Guidonia Montecelio
Location: Scuderie Estensi – piazza Garibaldi - Tivoli (RM)
Apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 12.00 e dalle 16.00 alle ore 18.00
Artisti: Lino Alviani, Giovanni Battista Bianchi, Nunzio Bibbò, Tommaso Campagnuolo, Valerio Capocci, Giuseppina Carloni, Italo Carrarini, Claudia Cecconi, Carmine Cerbone, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Franco Crocco, Fausto D’Orazio, Lorenzo Di Lorenzo, Gabriella Di Trani, Vittorio Fava, Giuseppe Fucsia, Inin Gamat, Werther Germondari, Giuliana Iannotti, Ada Impallara, Rita Mele, Antonio Menenti, Salvatore Miglietta, Gian Battista Morana, Mauro Nanni, Salvatore Pepe, Massimo Pompeo, Alessandra Ponti, Ivo Santolamazza, Elena Sevi, Placido Scandurra, Lorenzo Zanetti Polzi
Per la sezione internazionale: Andres BORGES REYES (Cuba), Michael BERRY (Australia, Victoria State), Alain CHEMALI (Libano/Francia), Davi DE MELO SANTOS (Brasile), Isabelle DEHAIS (Canada), Aurel DUMITRU (Romania), Dimitar PANAITOV(Bulgaria), Alberto Francisco PANTANO (Argentina), Sonja PETER (Germania), Birgitt Shola STARP (Danimarca), Cenan UYANUSTA (Turchia).
Ingresso: libero - Info: 333 2151787
Al vernissage interverranno autorità locali e personaggi del mondo della cultura e dell’arte.
Il complesso dell’ex convento di San Michele a Montecelio dal 2005 accoglie in mostre temporanee, sia artisti di chiara fama, sia giovani di talento, e stranieri, con l’organizzazione dell’Associazione culturale “La cera di Dedalo” e con la cura critica di Lucrezia Rubini, che ne ha elaborato i cataloghi, comprendenti dipinti, sculture, assemblaggi, installazioni, multimediale, realizzati con i linguaggi più all’avanguardia.
Gli artisti in mostra (GASM), negli anni, hanno donato al critico opere selezionate, che sono state date in “comodato d’uso” al comune di Guidonia Montecelio, accolte nel complesso del San Michele, costituendo una collezione permanente che attualmente comprende ben 44 opere, che hanno fatto del sito un “polo”, unico nel suo genere nella Regione, promossa mediante il ciclo “Incontri d’arte nel Chiostro” (conferenze tenute ogni mese da esperti su tematiche d’arte), in occasione dell’apertura della collezione, offerta alla fruizione pubblica.
Ora intendiamo diffondere questo��polo” provinciale nel resto della Regione Lazio.
Il comune di Tivoli, ricco di un patrimonio artistico di inestimabile valore e da sempre aperto ad accogliere l’arte in tutte le sue minifestazioni, si pone pertanto come avamposto di una serie di mostre itineranti che porteranno la collezione nel Lazio e, successivamente, in altri luoghi italiani e non solo.
Dal 2011, inoltre, è stata aperta una sezione internazionale con opere di artisti di tutto il mondo (dall’Australia, all’Argentina, da Cuba al Canada, dal Brasile ad Israele alla Francia): presenze che hanno qualificato profondamente il patrimonio della collezione, che offre pertanto una panoramica esauriente su tutte le tendenze contemporanee, non solo italiane e offre pertanto uno sguardo sul mondo dell’arte contemporanea, unico nel suo genere in Italia.
Ringrazio l’amministrazione dei due Comuni coinvolti, Tivoli e Guidonia Montecelio, per l’accoglienza prestataci. Mi auguro che il nostro percorso possa continuare nella direzione di una promozione democratica dell’arte, rivolta anche ad un pubblico di non esperti e vi aspetto, con l’Associazione culturale “La cera di Dedalo”, per un incontro in nome dell’arte e della cultura.
Il Presidente dell’Associazione culturale
“La cera di Dedalo”
arch. Giorgio La Bianca
Dal catalogo:
Le ragioni di una scelta
Quest’anno la collezione d’arte del complesso del San Michele a Montecelio si è ampliata notevolmente, accogliendo una sezione internazionale.
L’esigenza di aprire una sezione dedicata esplicitamente ad artisti internazionali non risponde semplicemente all’esigenza di ampliare la collezione, ma ad un bisogno profondo, di tipo critico-estetico, di dare una risposta ad un quesito che trovo fondamentale, ovvero alla dimensione di un sentire comune, estetico, universale, che accomuni tutti gli esseri umani e che viene ipostatizzato nell’opera d’arte. Il confronto con l’arte prodotta da “altri popoli” costituisce pertanto la prova, la verifica di tale assunto, qualora tale condizione estetica sia riconosciuta.
Il rischio era quello di confrontarsi con realtà “antropologiche e folkloristiche” che avrebbero messo in evidenza la specificità di ogni nazione, di ogni popolo: ciò non è stato. Nel senso che nessun artista ha espresso una dimensione che fosse “caratteristica” del suo Paese. Per esempio l’artista australiano non ha descritto la cultura aborigena o i canguri, quella turca non ha rappresentato uomini col turbante - seppure in cose del genere non avrei trovato nulla di strano. Ovvero tutti gli artisti sono accomunati, in tutto il mondo, da ricerche trasversali, immateriali, indicibili, universali, che costituiscono il quid specifico di un’opera d’arte e che accomuna tutti gli uomini, non antropologicamente, ma filosoficamente e psicologicamente, in un “sentire comune” che, lungi dall’essere espressione della globalizzazione, è invece espressione di un’universalità che trascende il “contatto” tra i popoli, in quanto costituisce una sorta di “fondo comune” a cui ogni artista attinge. [...]
Dunque le ragioni di una collezione privata, offerta alla fruizione pubblica, sono molteplici e di diverso genere: di tipo morale, come impegno nel promuovere gli artisti, l’arte, la cultura in tempi di crisi, anzi, di vera e propria regressione; di tipo culturale, poichè la collezione GASM si fa portatrice e testimone della cultura, specificamente artistica, della nostra epoca tutta; di tipo sociale, in quanto un intento democratico la sottende nel cercare di avvicinare la gente comune all’arte, superando atteggiamenti pregiudiziali; di tipo politico, poichè gli enunciati proclamati sia nel Primo, sia nel Secondo Manifesto, che abbiamo elaborato, fanno appello ad una politica che promuova l’arte mediante scelte che trovino il coraggio di andare controcorrente; di tipo psicologico, in quanto la collezione, attraverso le proposte offerte dagli artisti che ne fanno parte, mirano a rendere consapevoli e far acquisire un atteggiamento critico nei confronti della realtà, di cui forniscono chiavi inedite, ovvero una sorta di life coaching; di tipo educativo, nell’ottica del life long learning, ovvero educazione alla vita e per tutta la vita, in quanto l’arte offre sempre una chance, e una risorsa dalle potenzialità infinite, per la crescita dell’Uomo di tutti i tempi e per tutto il suo breve tempo umanamente possibile. [...].
Gli artisti che hanno accettato di partecipare condividono la filosofia dell’arte che abbiamo fissato nei due Manifesti, che sono stati proclamati. Nodi fondamentali possono essere individuati nell’ “arte del dissenso”, di contro all’arte anacronisticamente da salotto, mimetica e consolatoria, del “vaso di fiori”. Da queste affermazioni di principio derivano scelte contenutistiche, stilistiche, persino tecniche, ovvero tali concetti, per essere espressi hanno bisogno di mezzi di espressione specifici, non ingenuamente mimetici, ma in grado di rivedere, reinterpretare, ricodificare, reinventare, riscoprire, riconoscere, ricostruire la realtà che è davanti agli occhi, per fornire chiavi di lettura inedite e salvifiche, lo ripeto, che vadano “oltre” tale realtà, verso il primordiale, il mito, il simbolo, il pensiero, l’intangibile, l’indicibile, l’ineffabile. Solo una simile dimensione dell’immateriale potrà paradossalmente fornire schemi analogici di riconcretizzazione della realtà che ci circonda, della precarietà, del provvisorio, dell’imprevedibile, della superficilalità, dell’apparenza, del vuoto di valori. L’arte, facendo appello a dimensioni reali “outre”, potrà fornire altre fragilità, altre apparenze, altre profondità che, emergendo da quello schermo sui generis che è la tela, potrà offrire - all’ormai impotente Uomo, spettatore di accadimenti imprevedibili e ingestibili - nuovi percorsi di pensiero, più saggi, più antichi, più equilibrati, più umili, più profondi.
Solo simili strumenti inediti potranno riarmare l’Uomo odierno con la consapevolezza, la reattività critica, il ritrovato senso della speranza verso il futuro: attinta, questa, dalla carica di pathos antico, insita nell’opera d’arte e affidata alla sfuggevolezza del presente.
Il curatore
Prof. Lucrezia Rubini