Cenno sull’artista e sull’opera
Gianni Leone si erge a violentatore di coscienze, proponendo una visione alternativa di un futuro che, sebbene immaginario, l’uomo ha reso già involucro e simulacro delle sue più ricorrenti paure. Forme somatiche che rappresentano anime spaesate e nostalgiche alla ricerca di un habitat artificiale, di un’utopia da colonizzare, ne fanno da sfondo. Una pittura che, superando una soggettiva necessità espressiva, veicola quindi un messaggio di radicale cambiamento: un ritorno ad una coscienza vigile, ad una idea più radicata nel rispetto del pianeta e dell’essere umano. L’intento è di provocare l’intimità dell’animo umano e condurlo con forza verso la commozione per mezzo dell’immedesimazione. Un impegno, quindi, che si propone di suscitare negli spettatori-attori un interesse verso le sorti del genere umano e del pianeta che lo ospita. L’anticipazione di forme mutanti si rivela un tratto fondamentale per la comprensione di un’indole che si caratterizza visionaria. Gianni Leone nasce a Terracina, vive e lavora a Fondi. Abbandonerà lo studio accademico perché non a favore dell’insegnamento di un modello stabilito, per poi ricercare autonomamente una forma più adatta all’estrinsecarsi del suo talento pittorico. Da autodidatta prosegue la sua personale ricerca pittorica, sperimentando diverse tipologie di tecniche fino all’utilizzo del colore ad olio.