Giovanni Carpignano
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- biografia:
Giovanni CARPIGNANO nasce a Palagianello (TA) il 16/09/1967, dove vive e opera in Via A. Manzoni n.45, 74018; cell. 348 2416997 / 345 9571406, e-mail : giocarpignano@libero.it. Diplomato al Liceo Artistico di Taranto, ha completato gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bari. Inizia giovanissimo l’attività artistica classificandosi primo in molti concorsi d’arte sin dal 1984. Nell’87 viene segnalato al “Premio Italia per le Arti Visive” a Firenze da Eco d’Arte Moderna. Nel 1996 è presente con una personale alla manifestazione organizzata dal Centro “Arte Pura Mediterranea” a Taranto, con intervento dell’artista francese Jacques Lepage. Nel 1997 partecipa alla mostra “Asilo-Esilio” e alla Biennale Mediterranea Grafica Multipla, entrambe a Taranto, a cura di V. Del Piano. Nel 2000 partecipa all’Expo Arte di Bari, segnalato dal direttore Giorgio Segato per l’annuario Comed 2001. Nel 2001 partecipa alla rassegna di “Arti Figurative Greco-Italiana” nel comune di Ithomi (Grecia). Nel 2005 espone al II° Convegno Internazionale sulla Civiltà Rupestre a Fasano presentato da C. D. Fonseca. Nel 2006 nell’ambito delle “Grandi Narrazioni” presenta un’installazione “Dafne ed Euridice” in una cava di tufi sulla gravina di Palagianello (TA), a cura di L. De Venere. Nel 2008 espone nel Salone di Rappresentanza della Provincia di Taranto “Habitat rupestri e percorsi bizantini”. Recentemente è stato invitato a partecipare alla 54 Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia Regione Puglia – Lecce, a cura di Vittorio Sgarbi. Il suo impegno è rivolto alla valorizzazione dell’habitat naturale, in specie il patrimonio della “Civiltà Rupestre” con le “Gravine”, che assumono nella sua analisi interessi antropologici oltre che artistici. Attualmente la sua ricerca è rivolta al recupero di oggetti in ferro trovati nei campi, quali attrezzi della civiltà contadina (pale, zappe, ecc) e scarti industriali, che assemblati perdono la loro primitiva funzione per diventare raffigurazioni percepibili come stati d’animo dell’essere umano, attraverso un percorso che va dall’universo proprio a quello fisico. Il riuso concettuale degli attrezzi della terra madre crea un ciclo di azione invertito che inizia dal deperimento o morte dell’oggetto per arrivare alla nascita della creazione. Ha realizzato monumenti pubblici, inoltre sue opere figurano in Musei, Chiese, Pinacoteche d’Arte Contemporanea e collezioni private in Italia e all’estero. Si sono interessati alla sua attività fra gli altri Cosimo Damiano Fonseca, Chiara Frugoni, Roberto Caprara, Ettore Catalano, Raffaele Nigro, Riccardo Catacchio, Peppe Mazzarino, Pio Rasulo, Pietro Lucchese, Vittorio Del Piano, Jacques Lepage, Giorgio Segato, Maria Vinella, Lia De Venere, Mario Micozzi, Michele Saponaro, Angelo Lippo, Pino Santoiemma, Gianni Latronico, Gianni Amodio, Dino Marasà, Rosario Pinto, Carlo Franza.
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