L'universo parallelo del mondo virtuale, il disvelamento dell'ipocrisia che caratterizza la società contemporanea, la sessualità liberata, il fascino del paradosso: viaggio nel mondo di Fabio Mazzola, artista barese che non vuole utilizzare un unico mezzo espressivo per il proprio lavoro. Tutto questo partendo da una matrice di natura autobiografica.
Ecco cosa ha riferito l'artista al cronista, commentando la sua ultima personale "Pausania secondo terzi" progetto partito dal web che ha toccato più luoghi per arrivare recentemente negli spazi della Hea 180 a Lecce.
Come mai la scelta della figura di Pausania come tuo alter-ego artistico?
E' un'idea che proviene dal web. E' un nome che ho utilizzato e continuo ad utilizzare per gli indirizzi di posta elettronica. Ho studiato questo personaggio negli anni universitari, durante gli studi di architettura. Poi ho trasportato Pausania nel mondo virtuale, in quella sorta di vita parallela che è la sfera di internet.
La tematica del virtuale è molto presente nella tua concezione dell'arte..
Nel multiverso del web c'è gente che spesso non si presenta con la sua vera identità, inserendo foto di personaggi famosi o fantastici. La comunicazione virtuale sottrae sempre più tempo a quella reale. Ho pensato a dei personaggi immaginari e ad alcune tematiche a me care. Un' esistenza parallela, dunque, che si esprime su facebook attraverso il comando del "mi piace". E' questo un sistema perverso di cui io stesso faccio parte. Il progetto "Pausania secondo terzi" in origine prevedeva la pubblicazione di un piccolo libro contenente gli stati raccolti in un lasso di tempo più o meno lungo, ma poi accettando la proposta di Lorenzo (Madaro, giornalista e curatore della mostra n.d.r.) ho preferito convogliare la parte scritta lungo la durata delle performance.
Il tuo mondo artistico è caratterizzato dal paradosso..
Non solo. Teoricamente sento molto vicina l'autobiografia scientifica di Aldo Rossi. Mi piace estrapolare da ogni viso che incontro una im/possibile storia.
Parliamo del tuo lavoro e della musica che ascolti e utilizzi nei tuoi lavori. Cos'ascoltavi fino a poco tempo fa in cuffia?
Un po' di black metal norvegese, tipo i Darktrone, poi l'album Inri dei Sarcofago, La Tosse Grassa e l'immancabile Danilo Fatur.
Tornando al tema del paradosso..
Il cuoco misantropo, ad esempio. Il cuoco, come è noto, è un personaggio che si occupa del collettivo ma nel mio caso è misantropo. Il paradosso rientra in un personale discorso sulla dissociazione. Lo stesso vale per l'ex lottatore ladro di saponette. Stavolta, come nell'impiegato feticista, c'è una maschera di mezzo. Richiama la figura di Blue Demon, il lottatore messicano di lucha libre. Un giorno sfogliando le pagine di un magazine mi capitò un'immagine straordinaria: una figura molto elegante in giacca e cravatta con indosso la maschera del campione messicano.
Perchè "ex" lottatore?
C'è tanta nostalgia per il passato da lottatore, il presente viene rappresentato dall'ossessione per le saponette, una sorta di ancora di salvezza condita da richiami da “caserma” misti ad incontri ad angolo retto.
Spesso nelle tue opere, esplori inoltre i lati oscuri della sessualità, è una forma di ribellione al controllo sociale?
Spesso esprimo lati di una sessualità disturbata: a metà strada tra ossessione e redenzione. C'è libertà sessuale solo in superficie, un consumo sessuale vuoto. Poi, se provi a fare un gesto di affetto, un gesto di apertura, la gente si spaventa.
L'impiegato feticista è il terzo Pausania: una figura comune, che vive di routine, con i tempi scanditi. E come paradosso c'è il discorso del feticismo. L'installazione è data da una specie di fallo nero. Lui, l'impiegato, mette in evidenza il proprio sesso: è un'escamotage per evadere dal mondo del lavoro. Di giorno è tutto preciso, di notte si aggira per luoghi di scambio.
Quali sono gli artisti che ti ispirano oltre all'opera teorica di Aldo Rossi?
Apprezzo molto quegli artisti che hanno utilizzato più mezzi espressivi come Louise Bourgeois o Jan Fabre. Ma non terminano i miei interessi solo nell'arte visiva. C'è anche il teatro, la musica, il cinema, la letteratura.
La tua opinione sull'arte contemporanea?
Fa bene sputtanarsi. Anche gli sputi vanno bene.
Progetti futuri?
Sto lavorando su un cortometraggio. Sarà sulla figura di Hitler riletta in chiave casalinga. Titolo: "Natale Nazista".
Hitler, come mai questa scelta?
E' un simbolo. Rappresenta la rabbia inscatolata, il gesto estremo, la negazione di alcuni atteggiamenti condivisi dalla maggior parte delle persone. Tutto è nato da una serie di eventi. E' iniziato tutto dalla richiesta di mia nonna di vedermi sorridente per la tre giorni natalizia; poi sono subentrate amicizie, tanta simbologia nazista usata alla maniera di alcuni gruppi punk e un vinile ben consumato sulla Germania nazista. Oltre a N.N. ci saranno altri video su alcuni singolari personaggi e un nuovo progetto di personale.
Abolita la patinatura.
I trailer di "Natale Nazista"
1) http://www.youtube.com/watch?v=HqhP5KKCUvg&feature=share&fb_source=message
2) http://www.youtube.com/watch?v=qUb3qJ5rnoU&feature=youtu.be&fb_source=message
3) http://www.youtube.com/watch?v=c5MvNtkXGYE&feature=relmfu
4) http://www.youtube.com/watch?v=wjnQFylCHzM&feature=youtu.be
Link collegati:
http://www.lobodilattice.com/societ-liquida-secondo-fabio-mazzola-dal-6-aprile-personale
http://www.lobodilattice.com/fabio-mazzola-il-pausania-post-moderno-alla-scoperta-della